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Moto Guzzi V9 è Turbo secondo Craig Rodsmith

Il preparatore di origini australiane ha allestito una particolare versione della V9 su richiesta della Casa di Mandello del Lario, all’interno del programma V9 Pro Build. A contraddistinguerla le numerose componenti in metallo lucido, il marchio di fabbrica di Rodsmith
Tra passato e moderno
Sebbene di origini australiane, Craig Rodsmith vive da molti anni a North Chicago, in Illinois. Da sempre, però, ama modificare tutto ciò che gli capita per le mani: ha iniziato con il suo BSA del 57 all'età di 12 anni. Rodsmith ama particolarmente realizzare personalmente tutti gli elementi utilizzando strumenti tradizionali e affida pochissimo lavoro a officine o produttori esterni. Il suo marchio di fabbrica è il metallo lucido. Per realizzare la V9 Turbo, Rodsmith è partito da una Roamer V9 del 2017 con l’intenzione di mantenere i suoi elementi moderni come ABS, controllo di trazione o iniezione. Per la linea, invece, ha attinto alla storia di Moto Guzzi, più precisamente alla V7 Sport dei primi anni 70, nota per essere stata la prima Café Racer del marchio italiano. Il primo passo è stato spogliare completamente la V9 per rimuovere la vernice nera e rivelare il lato grezzo di tutte le componenti. Poi Craig ha realizzato a mano il nuovo serbatoio, la sella e le carene che nascondono il motore. Tutto è stato poi lucidato, mentre il telaio ha ricevuto una vernice rossa anodizzata. Il turbo è un Garret T15, ma Rodsmith dice che non è la realizzazione dello scarico o del collettore di aspirazione ad avergli dato più problemi, ma proprio tutto il lavoro di copertura. In effetti, non c’è un cavo a vista, a parte quello del gas e del freno. La forcella a steli rovesciati è una Marzocchi da 50 mm che dà un'impressione di robustezza: i cerchi sono a raggi in acciaio inox Excel e calzano pneumatici Pirelli.
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