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La mobilità sostenibile nasce in Comune

Le amministrazioni delle principali città italiane hanno siglato la Carta di Bologna per l’Ambiente, un’intesa con provvedimenti comuni per migliorare la qualità ambientale delle proprie aree territoriali. Per la mobilità si punta sugli spostamenti a piedi e in bicicletta, sui veicoli elettrici e sul potenziamento delle zone vietate ai mezzi a motore. E intanto Milano adotta il PUMS
Lotta a congestione e inquinamento
I rappresentanti dei Comuni delle città metropolitane italiane (Bologna, Milano, Torino, Firenze, Bari, Roma, Catania, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Genova e Palermo) hanno firmato la Carta di Bologna per l’Ambiente, un documento con ambiziosi obiettivi per ridurre l’impatto ambientale sui propri territori. L’accordo, siglato durante le giornate del G7 Ambiente nella località dell’Emilia-Romagna, comprende otto punti, incluso uno riguardante la mobilità sostenibile. L’impegno degli esponenti delle amministrazioni locali è di arrivare entro il 2020 ad avere almeno il 50% di spostamenti effettuati con modalità alternative ad auto e moto. Per questo si prevedono progetti per favorire gli spostamenti ciclabili e pedonali, nonché stimoli per incentivare i sistemi di trasporto intelligente. L’intento è promuovere la mobilità elettrica e le infrastrutture di rifornimento per le vetture a batterie e a idrogeno, attività per il quale si richiede il supporto del Governo nazionale. Altri punti della Carta di Bologna riguardano indirettamente i trasporti e sono quelli inerenti la difesa del suolo, la qualità dell’aria e la transizione energetica. Nel primo si stabilisce di ridurre del 20% il consumo del suolo e di prevedere uno sviluppo urbanistico solo in presenza di trasporto pubblico sostenibile, mentre nel secondo si punta a migliorare la qualità dell’aria anche attraverso incentivi alla mobilità sostenibile e la realizzazione di ZTL e zone con accesso a pagamento come l’Area C di Milano. In tema di energia, l’obiettivo è produrre entro il 2025 il 27% di “corrente” da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza degli impianti del 30%, due soluzioni che renderebbero più “green” il pieno dei veicoli a batterie. A iniziare a dare concretezza all’accordo è Milano che ha appena adottato il PUMS (Piano urbano per la mobilità sostenibile) che definisce l’evoluzione dei trasporti per i prossimi 10-15 anni e che sarà soggetto alle osservazione dei cittadini per eventuali modifiche. Due i principali obiettivi prefissi dal provvedimento: la lotta alla congestione e quella all’inquinamento. Per farlo l’amministrazione meneghina punta al rafforzamento del trasporto pubblico, in particolare intensificando i collegamenti con le località periferiche alla città dove assumono rilievo il prolungamento delle linee metropolitane fino a Monza, Baggio, Vimercate e Paullo. Ad essere potenziate saranno pure le filotranviarie in periferia e il passante ferroviario, con più corse e nuove fermate per favorire i collegamenti fra le linee metropolitane. Di rilievo sono pure le azioni pensate per agevolare la mobilità elettrica e l’uso della bicicletta. Ai veicoli a batterie sarà concessa la sosta gratuita e una rete di ricarica più ramificata che, soltanto nel prossimo triennio, dovrebbe arrivare a 1.336 punti di ricarica in 738 stalli disponibili. A favore dei ciclisti verranno costruiti percorsi per collegare quelli esistenti in modo da rendere la rete ciclabile più efficiente e meno frammentata, nonché potenziato il bike sharing con l’estensione degli stalli in periferia e l’allungamento dell’orario del servizio nelle ore notturne. In arrivo ci sono pure della Zone 30 per favorire gli spostamenti a piedi e in bici in prossimità delle scuole e di altri punti sensibili.
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