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Ivano Beggio racconta: il primo mondiale firmato Aprilia

L’imprenditore italiano, nonché fondatore di Aprilia, illustra la storia del primo titolo mondiale vinto dalla Casa di Noale. Al contrario di come si potrebbe pensare, l'alloro arrivò non dalla pista, ma dal trial, grazie a Tommi Ahvala
Il primo di molti
Ivano Beggio, il fondatore ed ex imprenditore di Aprilia, è amatissimo e molto seguito sui suoi canali social dai fan del marchio. Ha raggiunto un numero di amici virtuali così alto da esser stato “costretto” a creare un’apposita pagina Facebook dove raccontare i modelli e gli aneddoti più significativi della storia della Casa di Noale. Il suo ultimo post ricorda come Aprilia ha vinto il primo titolo iridato, conquistato nel mondiale trial del 1992 grazie a Tommi Ahvala, che guidava una Climber quasi di serie. Riportiamo il racconto integrale: “Pochi ricordano che il primo titolo mondiale in Aprilia non arrivò dalla pista, ma bensì, seppure con solo poche settimane di anticipo, su quello regalatoci da Alessandro Gramigni nella 125, dal trial con Tommi Ahvala. Anzi, dovrei dire i primi due mondiali, perché vincemmo anche quello marche. Oggi il trial è relegato ai margini del motociclismo, ma allora aveva una buona popolarità, e noi entrammo nel 1985 con la TX300, come evoluzione del nostro impegno con le ruote tassellate. Già nel 1987 sfiorammo il mondiale con il bravissimo Diego Bosis, a lungo nostro portacolori che ci regalò anche due titoli italiani. Fummo ancora secondi con Bosis nel ’90 con la nuova Climber, la prima trial raffreddata ad acqua, e nel 1991 con Ahvala, sempre dietro la Beta di Jordi Tarres. Nel 1992 finalmente ci imponemmo, e fu una grandissima soddisfazione per tutto il team, di cui ricordo e ringrazio particolarmente Flavio Sirch, Sergio Bonaldo e Tiziano Barbiero (e mi scuso con coloro di cui dopo tanti anni non ricordo il nome). La Climber del mondiale, caratterizzata dal motore Rotax a disco rotante, telaio doppio trave in lega leggera e doppio disco freno, era praticamente identica a quella di serie, il travaso dalle soluzioni tecniche immediato. Di Aprila Trial ne vendemmo molte in tutto il mondo, ma la specialità stava rapidamente perdendo interesse e di li a poco la sacrificammo per dedicarci completamente alla pista. Con l’occasione voglio ricordare, tra gli altri, anche un altro nostro ottimo pilota del mondiale, Donato Miglio”.
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