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Incentivi bici elettriche: il Governo ci ripensa

Dopo molti annunci sull'arrivo di agevolazioni per la mobilità elettrica il Governo sembra fare retromarcia cancellando dal testo in discussione al Consiglio dei Ministri l’articolo 205 riguardante la mobilità sostenibile. A rischio soprattutto la possibilità di realizzare ciclabili d’emergenza e gli incentivi per le bici elettriche

Bonus di 500 euro solo per i “cittadini”
Attese da settimane, le agevolazioni per favorire la mobilità sostenibile potrebbero non arrivare mai o, almeno, giungere in modo fortemente depotenziato. Dall’ultima bozza del Decreto Rilancio è, infatti, sparito l’articolo 205 “Misure per incentivare la mobilità sostenibile” comprensivo, tra l’altro, dei bonus di 500 euro per l’acquisto di bici a pedalata assistita e dei mezzi di micromobilità. Con i contributi spariscono dal testo in discussione al Consiglio dei Ministri anche le modifiche al Codice della Strada per rendere più semplice la realizzazione delle ciclabili di emergenza, o bike line, una delle soluzioni ritenute da molti più efficaci per consentire a ciclisti e utilizzatori di monopattini di muoversi in sicurezza. Una proposta, per altro, considerata fondamentale per evitare il previsto aumento del traffico automobilistico durante la Fase 2 dell’emergenza coronavirus dovuto alla minore capienza dei mezzi del trasporto pubblico. In sostituzione dei provvedimenti dell’articolo 205 verrebbero introdotte alcune norme più restrittive per la ciclabilità previste dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che eliminerebbero alcune soluzioni considerate importanti, come la possibilità di creare corsie ciclabili con la sola segnaletica orizzontale, il divieto del controsenso ciclabile o le linee d’arresto protetto. Sulla parte economica, invece, potrebbe essere recuperata la disposizione già prevista dal Decreto Clima e mai entrata in vigore per l’assenza delle norme attuative. Si tratta del bonus da 500 e 1.500 euro per l’acquisto di biciclette, muscolari o elettriche, per chi rottama una moto o un auto vecchia. La nuova versione della norma escluderebbe l’obbligo di rottamazione e modificherebbe alcuni parametri. A poterlo richiedere sarebbero solo i residenti delle città metropolitane o delle località con più di 40.000 abitanti e l’importo coprirebbe la spesa fino al 60% del valore del ciclo con limite massimo di 500 euro.
L’inversione di tendenza rispetto a quanto annunciato dall’esecutivo da settimane ha provocato l’immediata reazione di ANCMA: “È una notizia che stupisce, tuttavia siamo certi che il Governo, dopo aver creato una forte aspettativa sul mercato e nell’opinione pubblica verso un nuovo protagonismo della mobilità a due ruote per la Fase 2, sia al lavoro per non tradire i cittadini e l’intero comparto. Non ci sono solo gli interessi e il lavoro di un settore da tutelare, ma – prosegue l’ANCMA – abbiamo anche di fronte una grande chance per ripensare finalmente una mobilità urbana più sostenibile e a misura d’uomo: per questo chiediamo al Governo di avere coraggio e non sprecarla”.

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