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Il report sul cicloturismo di IULM e Repower

I viaggi in e-bike sono una grande opportunità per lo sviluppo del turismo nella Penisola, almeno secondo lo studio “Italia in bici: scenari, protagonisti e indotto”. Un documento ricco di dati e di analisi sulla qualità delle ciclovie e sulle esigenze dei ciclisti che amano esplorare il territorio pedalando
Un fenomeno non passeggero
Il cicloturismo è una delle più grandi opportunità per il futuro turistico dell’Italia. Ne sono convinti i relatori di “Italia in bici: scenari, protagonisti e indotto”, report realizzato da Repower in collaborazione con il Centro per la Comunicazione strategica (Cecoms) dell’Università IULM di Milano. Una certezza rimarcata da Fabio Bocchiola, country manager Repower Italia: “il fenomeno del cicloturismo non è affatto passeggero e rappresenta una grande opportunità, in primis per mettere a sistema le risorse locali in chiave turistica”. Più che le parole, però, a sottolineare la valutazione positiva sul potenziale di sviluppo del viaggiare lento è l’impegno dell’azienda energetica nel settore con il progetto DINAclub, un network di ricarica per e-bike in corso di realizzazione lungo le principali dorsali ciclabili d’Italia. Una convinzione, per altro, confermata dai numeri del report.

L’apporto dell’e-bike
Prima della pandemia di Covid-19, nel 2018, il cicloturismo in Europa generava un’economia stimata di 44 miliardi di euro. Un valore cresciuto negli ultimi anni superando la soglia dei 50 miliardi grazie all’aumento dei nuovi estimatori del pedale e, soprattutto, con l’ascesa del fenomeno e-bike (+44% di vendite in Europa nel 2020) che rende accessibile il turismo in sella anche a coloro che fanno una vita più sedentaria. Altro stimolo al viaggio è stata la creazione di nuove ciclovie, gli itinerari ciclabili a medio-lunga percorrenza, pensate per favorire l’esplorazione dei territori in modo piacevole e sicuro, ma sfruttate pure dai pendolari per recarsi al lavoro o a scuola con notevoli benefici. Secondo uno studio dell’ECF (European Cyclists’ Federation) il valore economico generato dall’uso della bicicletta in Europa sarebbe di 150-155 miliardi di euro, cifra comprensiva dei risparmi ottenuti dalla riduzione della congestione, dell’inquinamento, delle emissioni di gas serra, del consumo di carburante e, soprattutto, delle spese sanitarie. Ai soldi risparmiati si aggiungono quelli immessi nell’economia dovuti alla produzione di cicli, alla loro manutenzione e al cicloturismo. Un apporto, quest’ultimo, di rilievo non solo in termini quantitativi, ma pure qualitativi poiché porta risorse in territori marginali fornendo sostegno all’occupazione e all’economia locale. A confermarlo sarebbe un’indagine di Fiab che stima in 110.000 euro l’indotto annuo generato da ogni chilometro di ciclovia. Risorse che, sempre secondo Fiab, potrebbero portare nelle casse italiane oltre 2 miliardi di euro ogni anno.

Gli elementi per ciclovie di successo
Il report di Repower e IULM fornisce pure un decalogo delle caratteristiche essenziali per una ciclovia di qualità comprendente, tra l’altro, la sicurezza, il rispetto dell’identità del territorio, la varietà delle attrattive disponibili e la qualità delle infrastrutture e dei servizi presenti. Lo studio definisce anche i diversi profili di ciclisti, come i pendolari, gli sportivi, i ricreativi e, naturalmente, i cicloturisti, identificati come “turisti in bici” o "turisti con bici”, con questi ultimi che non fanno l’intera vacanza in sella, ma usano il ciclo per escursioni e spostamenti durante le ferie. Due inquadramenti (decalogo e profili) che portano i relatori a definire tre macro aree di rilievo per una ciclovia di successo capace di soddisfare i bisogni dei ciclisti: interesse del percorso, sicurezza e fruibilità. Una voce, quest’ultima, comprensiva dei “bisogni più basici (come, ad esempio, prevedere parcheggi dove lasciare le biciclette in sicurezza), passando per quelli specifici, legati all’assistenza tecnica e arrivando fino all’intermodalità, essenziale tanto per i turisti quanto per i pendolari”. Importanti sono anche la presenza di punti di sosta e ristoro e la possibilità di ricarica per le biciclette a pedalata assistita. Ad attrarre è pure la possibilità di avere servizi evoluti, quali informazioni digitali sull’offerta turistica suddivisa per interessi (cultura, enogastronia, ecc.) o altre attrattive supplementari.

Il progetto DINAclub
In tale contesto si inserisce la proposta DINAclub di Repower, network di ricarica per e-bike che oltre a prevedere le prese lungo le ciclovie d’Italia, punta a rendere i percorsi più seducenti per gli utenti. Sulle Dina, le rastrelliere per con quattro punti di ricarica, è presente un QR code che permette di entrare nella community e partecipare alla gamification per riscattare gratuitamente mappe territoriali di komoot, piattaforma leader per la pianificazione e navigazione di percorsi outdoor con 22 milioni di utenti in Europa. Con la gamification entra in campo il marketing territoriale: le aree più brave a offrire servizi all’altezza delle aspettative e a mettere a sistema le loro attrazioni, saranno quelle in grado di intercettare al meglio la community di komoot, e moltiplicare quindi il piano di visibilità offerto dal progetto. Terzo pilastro del progetto DINAclub è il portale (dinaclub.repower.com), uno spazio online con news per gli appassionati del cicloturismo e il punto di atterraggio della community, che avrà accesso a una selezione di contenuti proposti in base ai propri interessi e potrà partecipare ai contest per eleggere il biker più attivo e la struttura più apprezzata.
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