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Ever Given a Suez, crisi dai container e altro... Consegne delle moto in ritardo?

Dai ritardi accumulati durante le prime fasi dell’emergenza sanitaria alla cosiddetta “crisi dei microchip”, fino alla penuria di container e all’incagliamento a Suez della cargo Ever Given. L’intera catena di produzione e approvvigionamento è sotto stress, i tempi si dilatano e i prezzi aumentano: quali ripercussioni sul settore delle due ruote?

Un insieme di eventi, non per forza tra loro collegati, nei quali rientrano l’emergenza sanitaria e “incidenti” di percorso, tra cui il recente incagliamento nel canale di Suez della nave portacontainer Ever Given, hanno e avranno una conseguenza visibile a tutti: ritardi su ritardi che stanno rallentando l’arrivo di moto e scooter, con il risultato - per quanto ci riguarda -  che molte concessionarie sono ancora in attesa dei nuovi modelli Euro 5. 


Crisi dei microchip

Le questioni da prendere in considerazione sono parecchie, ma al di là dei ritardi innescatisi a inizio pandemia, una parte dei problemi sembrerebbe ad oggi derivare dall’effettiva mancanza di componenti elettronici, vitali per la produzione delle nuove moto. Indicata come “crisi dei microchip”, l’attuale situazione vede il “dirottamento” di tali componenti verso i produttori di elettronica di consumo (smartphone, laptop, webcam, auricolari, monitor, TV, console) settore merceologico che, grazie anche all’epidemia ed alla crescente richiesta di dispositivi digitali, sta in questi mesi vivendo una fase di enorme crescita.

Penuria di container

Da qualunque prospettiva la si guardi, la situazione va in ogni caso ad accavallarsi ai già sostanziosi ritardi accumulatisi durante i primi mesi dell’emergenza sanitaria, quando cioè nei magazzini e nei porti di tutto il mondo sono rimasti bloccati centinaia e centinaia di container stracolmi di merci. Non solo: stabilizzatasi la situazione e riprese - almeno in parte - le operazioni di trasporto, la logistica internazionale ha subito ulteriori rallentamenti a causa della cosiddetta “crisi dei container”, situazione a sua volta derivante dal fatto che mentre l’Europa continuava ad importare merci, la Cina in particolare aveva tagliato gran parte delle importazioni, con la conseguenza che numerosi container sono rimasti fermi nei porti europei, mentre scarseggiano in quelli asiatici dove ora cene sarebbe più bisogno. Situazione che, a sua volta, ha innescato ulteriori ritardi a cascata.

Produzione e logistica

I problemi tuttavia non finiscono qui: altre questioni pesano notevolmente sull’approvvigionamento di materiali, nonché sull’effettiva consegna dei prodotti finiti e riguardano  avvenimenti “accidentali” che, oltre ad aver ritardato o interrotto la produzione, hanno ulteriormente complicato le operazioni di logistica. Pochi giorni fa, per esempio, è andato a fuoco lo stabilimento giapponese della Renesas Electronics, società che ad oggi controlla circa il 30% del mercato complessivo dei chip utilizzati nella fabbricazione di veicoli. Incidente che, a detta della stessa Renesas, rallenterà le operazioni di produzione.

A tutto questo va poi aggiunto l’incagliamento nel canale di Suez della gigantesca porta container Ever Given che sta attualmente bloccando la navigazione di centinaia di altre cargo rimaste in coda, con conseguenti ritardi. 
Ducati ad esempio ha detto di avere prodotti destinati ai mercati asiatici bloccati all'imbocco di Suez. Ma non ha al momento problemi per l'approvvigionamento di componentistica, anche se sta valutando spedizioni alternative, anche con trasporto aereo.

Quali prospettive per il futuro?

Difficile vista la situazione sbilanciarsi con pronostici: ogni fase della catena di produzione e approvvigionamento è sotto stress, i container scarseggiano e costano sempre di più, fabbriche e porti non riescono a smaltire l’accumulo di ordini arretrati e la dipendenza dei mercati occidentali verso quelli cinesi non può essere ridotta. Tra i settori in maggior sofferenza vi è quello automobilistico, meno quello delle moto, ma le prospettive prevedono comunque importanti ripercussioni sui consumatori finali che, per forza di cose, dovranno con ogni probabilità fronteggiare tempi di consegna allungati.
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