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Dakar 2015, Laia Sanz: “Spero di non restare senza moto”

Dakar news – La spagnola Laia Sanz nell'edizione appena disputata ha conquistato il miglior risultato per una donna e rivive la sua Dakar raccontando anche i momenti difficili. Inoltre dà uno sguardo al futuro: l'ottima prestazione non gli vale la certezza di avere la moto anche per la prossima edizione
"Ho svolto una gara intelligente"
La 37esima edizione della Dakar rimarrà negli annali, oltre che per la doppietta di Marc Coma, per il grande risultato ottenuto da Laia Sanz: nona al traguardo di Buenos Aires, la migliore donna di sempre. Laia, 28 anni, campionessa mondiale di Trial ed Enduro, era pilota ufficiale Honda. La spagnola ha raccontato: “È bello avere un record del genere, è parte della storia della Dakar. È una bella sensazione vedere che il tuo nome è scritto lì, ma quello che io apprezzo di più in assoluto è aver conquistato un nono posto, indipendentemente dal fatto di essere una ragazza. Quando ero più giovane e vedevo un ragazzo che terminava nella top ten era qualcosa di incredibile e ora ci sono anche io... Non ci credo ancora”. La Sanz aveva già fatto bene nel 2014: “Già la sedicesima posizione dell'anno scorso era qualcosa di importante. Adesso nona, immaginate come posso stare. Non mi aspettavo una cosa del genere, né allora, né adesso. Ho fatto un salto di qualità le differenze in termini di tempo tra l'anno scorso a quest'anno, sono evidenti”. Come ogni grande campionessa non si pone limiti e non ha alcun dubbio sul fatto che potrebbe migliorarsi ulteriormente:È tutta una questione di presupposti e anche di team. Se guardi a quelli che lottano per la vittoria, oltre ad essere molto veloci, fanno rally raid da molti anni e hanno mille ore di gare corse. Io, anche se nel 2014 ho potuto dedicarmi molto ai raid, non ho ancora il bagaglio sufficiente per stare davanti, anche se ho fatto meglio di piloti che fanno solo di questo. È vero che ci son stati molti problemi nella gara, che alcuni piloti hanno avuto molte difficoltà in Bolivia, ma è stato così per tutti e anche per me”. Nella Dakar 2015 la catalana ha avuto una prestazione pressoché perfetta e lo sa: “Ci sono stati momenti difficili. Il secondo giorno mi sembrava lunghissimo il finale. Ho dovuto abbassare il ritmo e avevo pensato di aver sbagliato la preparazione della gara, ma quando sono arrivata alla fine e ho visto come stavano anche gli altri piloti ho capito che era stata dura per tutti. Questo è uno dei miei punti forti: se un giorno il terreno non mi piace e vado più lenta, non mi faccio il sangue amaro. Quando invece vedevo che il terreno era buono spingevo di più. Sapevo che era molto importante stare tra i primi venti, per poter partire in una buona posizione e ce l'ho fatta, solo un giorno sono stata 21esima. Sono costante e regolare, ho fatto una gara intelligente. Non ho sbagliato mai la navigazione e fino all'ultimo giorno non sono caduta”. Laia è consapevole del fatto che per fare un passo in avanti ha bisogno di un programma diverso, ma questo non dipende solo da lei: “Per migliorarmi dovrei partecipare a più rally raid e avere più tempo per allenarmi. Gli ultimi due anni non sono stati semplici. Due anni fa, per esempio, non avevo la moto. Quest'anno è da agosto che mi preparo per la Dakar ed è stata una goduria. Ho bisogno di stabilità e un programma per due o tre anni sarebbe l'ideale. Non so come andranno le cose con Honda, il mio contratto con HRC arrivava fino a qui. Dovremo parlarne dopo la Dakar, spero di non restare senza moto”. Difficile...
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