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Covid-19, l'Italia si ferma: spostamenti calati del 50-70%

Coronavirus: le misure adottate dal governo per contenere l’epidemia fermano l’Italia. Ottenuti tramite un campione di 170mila smartphone, i dati GPS elaborati dalla Cuebiq e dall’università di Torino mostrano un calo negli spostamenti fino al 50-70%. Buone notizie per quanto riguarda emissioni e inquinamento atmosferico
L’Italia si ferma
I provvedimenti emanati dal governo hanno finora portato ad un calo netto medio del 50% degli spostamenti tra una provincia e un’altra. Il dato emerge dalla ricerca "Covid-19 Mobility Monitoring project" realizzata dalla fondazione specializzata in Data science Isi, dalla società statunitense Cuebiq e dall’università di Torino. I ricercatori si sono avvalsi dei localizzatori GPS presenti in 170mila smartphone presi a campione in quasi tutte le province italiane e scelti in maniera proporzionale al numero di abitanti. Dal 22 febbraio, cioè dopo la scoperta del primo caso di coronavirus a Codogno, fino al 10 marzo, ciò ha permesso di ottenere un totale di circa 175 milioni di posizioni: ”abbiamo potuto studiare la distribuzione per provincia - spiega Michele Tizzoni, ricercatore dell’Isi - con più utenti nelle province più popolose, con una maggiore rappresentatività al Nord e una minore al Centro-sud”. L’analisi dei dati ha permesso ai ricercatori di tracciare l’andamento - e quindi il comportamento degli utenti presi a campione - nelle tre settimane dall’emergenza Covid 19. Dopo la creazione della prima zona rossa nei comuni del Lodigiano e di Vo’, la variazione negli spostamenti sono risultate essere localizzate e non particolarmente evidenti a livello nazionale, con una riduzione della mobilità da una provincia ad un’altra tra il 10 e il 30 per cento. Le cose sono ovviamente cambiate dopo la firma del decreto del 9 marzo che ha esteso le “ex” zone rosse - e con esse le restrizioni agli spostamenti - all’intero territorio italiano. Da quella data, il numero delle persone che non hanno lasciato la propria provincia è aumentato del 50% a livello nazionale - con punte del 100% a Lodi, Piacenza, Fermo e Vercelli - rispetto al periodo precedente l’epidemia. Il maggior calo è stato rilevato però nella terza settimana dell’emergenza nei collegamenti dal Nord e dal Centro Italia, con una diminuzione compresa tra il 50-70%. Lo studio è al momento in fase iniziale e il modello verrà sviluppato ulteriormente nei prossimi giorni, con il proseguimento del monitoraggio: “il tipo di lavoro che stiamo facendo ora, ovvero monitorare come sta funzionando il lockdown - ha aggiunto Tizzoni - e come le persone reagiscono alle restrizioni imposte per motivi di salute pubblica è unico in Italia e al mondo, in questo momento”.

Al di là dei forti disagi provocati ai cittadini dalle rigide misure adottate per contenere l’epidemia, c’è comunque una buona notizia. Complici lo stop al traffico veicolare e l’abbassamento produttivo, i livelli di inquinamento atmosferico nel Nord Italia (per la maggior parte dell’anno eccedenti i limiti massimi) si sono drasticamente abbassati. A dimostrarlo sono in questo caso le immagini satellitari riprese grazie al Programma Copernicus “Sentinel-1 5P”, i cui dati in riferimento specialmente alle emissioni di diossido d’azoto poco spazio alle interpretazioni. 



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