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Colonnine di ricarica per fare il pieno di energia

Si parla molto dei veicoli elettrici e poco dei punti di ricarica, senza i quali non ci si muove. Vediamo come sono fatti e come vanno utilizzati
Salvo che in poche città, le colonnine di ricarica sulle nostre strade sono ancora un miraggio. Questo è uno dei principali problemi che limita la diffusione dell’elettrico: chi resta a secco deve rassegnarsi a spingere… almeno per il momento.
Futuro ricco
La ricarica dei veicoli potrebbe diventare un ottimo affare col tempo: per questo ci sono parecchi progetti per sviluppare la rete di punti di rifornimento. Al momento però le idee sono spesso un po’ troppo “futuribili”...


Per strada regole speciali

In Italia i punti di ricarica pubblici devono avere determinate caratteristiche, previste dalla normativa IEC 61851-1.
➜ Devono avere una presa specifica che garantisca il massimo della sicurezza, quelle normali “di casa” non vanno bene.
➜ Nella colonnina ci deve essere un circuito di controllo che attiva la ricarica solo quando il collegamento tra veicolo e presa di corrente è corretto.
➜ La colonnina deve poter “dialogare” col veicolo per fornire
La quantità di energia necessaria; se il veicolo non ha una centralina “intelligente” la quantità di energia fornita è limitata automaticamente. Tutti i veicoli elettrici quindi per fare rifornimento nelle strade pubbliche dovranno avere “spine” particolari per connettersi in sicurezza e centraline capaci di dialogare con le colonnine.



Il tempo di un pieno

Il tempo è prezioso: per questo è importante ridurre al minimo quello necessario per fare un pieno di elettricità! Parlare di ore per una ricarica spaventa chi è abituato a fare il pieno di benzina in pochi minuti (che quando si va di fretta sembrano pure troppi). Fortunatamente le soluzioni per rendere molto più veloce questa operazione ci sono già: vediamole.
Tanta corrente
Per riempire in fretta un serbatoio di benzina ci vuole un erogatore di portata adeguata. Lo stesso accade per le batterie: più elettricità arriva agli accumulatori, più rapida sarà la ricarica. Detto in termini più tecnici, maggiore è la quantità di kilowatt (kW) che passa nei cavi, più rapida sarà la ricarica. 
Fino a dove si può arrivare
Le potenze di ricarica che oggi possiamo ottenere sono:
- 3 kW al massimo dalle prese di casa, dove però di solito non si va oltre 1,5 kW.
- fino a 32 kW utilizzando energia elettrica “industriale” (trifase) e colonnine specifiche.
Dipende anche dai caricabatteria
La corrente elettrica può essere di tipo continuo o alternato. Nella rete elettrica passa corrente alternata, ma per ricaricare le batterie deve essere di tipo continuo. Questa “trasformazione” è fatta dai caricabatteria dei mezzi elettrici: se mal progettati possono rallentare la ricarica.
Meglio con la corrente continua?
Sono allo studio colonnine che erogano direttamente corrente continua: si potrebbe così arrivare a potenze di ricarica “fantascientifiche” (fino a 250 kW) eliminando i caricabatteria dai veicoli. Questo richiederebbe costosi sistemi per realizzare la corrente continua nei pressi dei punti di ricarica. 
Per il pieno ci vuole comunque pazienza
Le batterie al litio accumulano energia in fretta ma fino all’80% della capacità; poi la ricarica deve essere più lenta per non rovinarle. Per questo un pieno in poco tempo non è tecnicamente possibile (per il momento): ma l’80% in genere rappresenta un’autonomia sufficiente.



Problema di prese

Per avere una ricarica veloce ci vogliono cavi e prese in grado di trasferire grandi quantità di energia, ma anche di far dialogare le centraline della colonnina e del mezzo per far passare la giusta quantità di energia. Proprio sulle prese c’è ancora molta confusione: ogni produttore di colonnine propone la propria soluzione. Così non va... Ma nel giro di pochi anni si dovrebbe arrivare a uniformare gli standard di ricarica, in modo da avere in tutta Europa punti di ricarica utilizzabili per tutti i veicoli. 

Meno ansia con le veloci

L’ansia da ricarica” è un male tipico di chi usa gli elettrici: il timore (spesso ingiustificato) di restare a piedi porta gli utenti a mettere sotto carica le batterie con frequenza. Avere una rete diffusa di punti di rifornimento toglie questa paura, lo dimostra una ricerca effettuata in Giappone: negli ultimi anni sono state installate circa 700 colonnine a ricarica rapida che hanno aumentato la media di utilizzazione delle batterie. Se prima gli utenti non scendevano mai sotto il 40/50% della carica, grazie alla presenza rassicurante delle colonnine adesso si spingono fino al 20/30%.

Come si paga

Fino a oggi il “pieno elettrico” viene addebitato sulla bolletta di casa, ma quando ci sarà una rete consistente di punti di ricarica pubblici le cose cambieranno. Poco probabile che ci siano ancora benzinai in versione elettrica. Le soluzioni proposte finora puntano sul pagamento “virtuale” tramite cellulare e carta di credito oppure sull’abbonamento: il gestore delle colonnine fornisce un card per attivarle dietro il pagamento di un forfait o di un addebito sul conto corrente dei costi di ricarica.

Per attivare la colonnina basta appoggiare una smart card che dialoga con la centralina e permette di dare il via alle operazioni. Nel display in alto sono riportate le informazioni sulla ricarica: quando comincia, quanto è stato ricaricato, la durata della ricarica. In basso, il punto di aggancio di forma circolare: qui va inserita la presa di ricarica del mezzo
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