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Bike sharing Milano: free floating e senso civico

Le bici giallo fluo della cinese OFO possono essere utilizzare e lasciate poi dove si vuole, nessuna rastrelliera. Con il “free floating” il bike sharing di Milano raggiunge un nuovo standard di modernità, ma tutto è nelle mani dei cittadini: alcuni si sono però già dimostrati privi di senso civico
Puoi lasciarle dove vuoi!
Inaugurato lo scorso 30 agosto, il nuovo servizio offerto dal comune di Milano si propone di rinnovare il bike sharing meneghino grazie nuove biciclette “a flusso libero”, che non necessitano cioè degli stalli in cui essere riposte dopo l’uso. Biciclette utilizzabili grazie all’app dedicata - esattamente come succede per il car sharing - e che possono essere parcheggiate ovunque, in tutte le aree di sosta riservate alle due ruote a pedali o, perfino, sul lato della strada. Questo ovviamente a patto che non intralcino la viabilità o che comunque non vengano abbandonate in divieto di sosta o in posizioni “pericolose”.
Lo slogan - “Puoi lasciarle dove vuoi!” - s’è però - purtroppo - dimostrato occasione ghiotta per burloni o, addirittura, vandali. Abbandonati nelle fontane pubbliche o appesi agli alberi della città, alcuni modelli Ofo (operatore che gestisce parte del servizio con 1 lotto da 4mila bici), sono stati individuati, fotografati e pubblicati, suscitando com’è ovvio reazioni e commenti negativi di molti cittadini.  La stessa amministrazione comunale, forse fidandosi un po’ troppo del buon senso di molti, ricordava che “le biciclette vanno sempre parcheggiate in modo da non costituire un intralcio alla circolazione veicolare e pedonale”…
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