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Attacchi hacker, le auto moderne sono come un pc: come difendersi da virus e malware?

Ultra connesse, dotate di wifi e addirittura browser per la navigazione in internet, le auto moderne sono esposte ad attacchi hacker tanto quanto lo sono un pc o uno smartphone. Infiltrandosi nel cervello dell’auto, malintenzionati e criminali ne possono controllare praticamente ogni aspetto, accensione e spegnimento del motore compresi. Come difendersi?
Attacchi hacker
Nonostante i passi avanti compiuti dalle case motociclistiche, che molto hanno in tal senso mutuato dalle “colleghe” a quattro ruote, il settore auto rimane, dagli assistenti di guida ai radar per la guida autonoma, decisamente più “evoluto” rispetto a quello delle due ruote. Un “gap” che, tuttavia, può essere interpretato come un vantaggio, nel senso che, come si suol dire, non tutto il male vien per nuocere. Nella puntata di qualche sera fa, l’esperto hi-tech di Striscia la notizia Marco Camisani Calzolari ha infatti messo in guardia i telespettatori circa il crescente numero di attacchi hacker a cui le automobili moderne, ormai “ultra connesse”, sono potenzialmente (ed effettivamente) esposte. Il discorso è a ben guardare molto semplice, nonché identico a quello fatto riguardo computer, tablet e smartphone: sfruttando appositi programmi e malwere, gli hacker sono oggi in grado di “entrare” nel cervello dell’automobile e, da lì, leggerne e controllarne praticamente ogni aspetto, dall’indirizzo di casa del proprietario impostato sul navigatore alla pressione degli pneumatici. Di più: in trasmissione Calzolari ha portato l’esempio di un hacker che è riuscito a controllare a distanza, in contemporanea, addirittura 20 automobili in 10 paesi diversi, accendendo o spegnendo il motore a suo piacimento, azionando i tergicristallo e perfino cambiano la musica in riproduzione.

Come proteggersi?
Un problema di non poco conto (in realtà già sollevato dall’antiterrorismo a proposito delle auto a guida autonoma connesse alle reti 5g) per il quale urge una soluzione. L’UNECE (Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite) ha a tal proposito sviluppato un apposito regolamento relativo alla sicurezza informatica per i veicoli atto a stabilire i requisiti minimi che il mezzo deve soddisfare da punto di vista della protezione cibernetica (ve ne parlavamo qui a proposito del Reju Nuuk), ma alcune fondamentali precauzioni deve prenderle anche l’automobilista, per esempio disabilitando il wi-fi quando non serve (se provvisto dal modello), oppure evitando di navigare su indirizzi sconosciuti dal browser dall’automobile. Altra “accortezza” consigliata da Calzolari è inoltre quella di rivolgersi solo ed unicamente ad officine autorizzate o di cui ci si possa fidare, onde evitare pericolose fughe di dati.
Come accennato, si tratta di un problema che riguarda in particolare le automobili ma che, prima o poi, esattamente com’è per le tecnologie che le equipaggiano, arriverà anche sulle moto…
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