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Alessia Polita denuncia il Santamonica

Alessia Polita – La pilota jesina chiederà un risarcimento danni al circuito di Misano, colpevole di non aver messo in sicurezza la pista. Iscritto nel registro degli indagati anche il padre di Alessia, Giancarlo, che era il suo meccanico
Il papà di Alessia tra gli indagati
A due mesi e mezzo dal quel terribile 15 giugno, in cui Alessia Polita ha perso l'uso delle gambe cadendo violentemente alla curva numero 16 di Misano, le polemiche non accennano a finire. Alessia lo ha detto in questi mesi: il suo incidente è stato una tragica fatalità, ma le conseguenze forse avrebbero potuto essere meno gravi, per questo ha deciso di denunciare il circuito di Misano Adriatico per lesioni personali e colpose. La colpa, secondo i legali di Alessia, è la mancanza di air-fence a protezione della curva 16 (gli air-fence sono dei cuscini gonfiati con aria in grado di assorbire l'urto di una caduta limitando i danni fisici). Se ci fossero stati, sostengono i legali, l'impatto con gli pneumatici messi a protezione del muro in cemento della curva 16, sarebbe stato meno violento. La denuncia però ha portato anche all'iscrizione nel registro degli indagati del padre Giancarlo, un atto dovuto visto che era il meccanico di Alessia. Giancarlo Polita è tranquillo e ha dichiarato al Resto del Carlino: “Mia figlia sarebbe uscita illesa dall’incidente se ci fossero state le adeguate misure di sicurezza. In primis i cuscinotti ‘parcheggiati’ in garage vicino all’infermeria, invece di essere al loro posto. Non ho comunque nulla da temere, avevo provato io stesso la Yamaha R6 di Alessia che avevo acquistato e rimesso a punto. Figuriamoci se posso aver manomesso la moto di mia figlia. Abbiamo denunciato l’autodromo perchè Alessia è andata a sbattere con la schiena sugli pneumatici che non erano protetti dai cuscinotti, e in quella curva manca lo spazio di fuga, nonostante la pista fosse stata omologata. Alessia avrebbe potuto cadere senza farsi male.” Ieri Giancarlo Polita è stato chiamato dai Carabinieri: “Non è stata una telefonata imprevista, fa parte della procedura e nei prossimi giorni dovrò controllare la moto con dei periti. Chiediamo un risarcimento danni, Alessia non era assicurata.”
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acterun
Lun, 09/30/2013 - 15:32
I piloti prima muoiono o si storpiano e poi si rendono conto che i circuiti non sono sicuri? Fare un giro di ricognizione prima di correre ed eventualmente decidere di non farlo se la pista non è sicuro pare brutto, poi si perdono punti in classifica e soldi. Ma chi se ne frega, c'è gente che muore su strade penose per andare a guadagnare una miseria e ogni giorno dobbiamo leggere le palle dei piloti. Parlate di moto e motociclisti, non del business delle corse.