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Addio a Massimo Sironi, ideatore della Valli Bergamasche Revival

La malattia contro cui combatteva da anni si è portata via Massimo Sironi martedì scorso, 17 ottobre. Gli appassionati di Enduro lo conoscevano bene perché la sua dedizione alla moto era stata totale e nel settore delle ruote artigliate era stato attivissimo

Il papà di Valli Bergamasche Revival

Sironi era nato nel 1950 e per una cinquantina d’anni si era destreggiato al manubrio, partecipando a numerosissime gare. Il segno però non lo aveva lasciato come pilota, quanto piuttosto come organizzatore e dirigente. In particolare, a lui si deve la Valli Bergamasche Revival, evento internazionale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo che viene effettuato sin dal 1986, e a lungo è stato ed era tuttora presidente del moto club Scuderia Fulvio Norelli. Era stato insignito della Stella d’Argento del CONI per meriti sportivi e aveiva lavorato più volte a fianco del presidente FMI Giovanni Copioli, che ha voluto ricordarlo così:

«La scomparsa di Massimo Sironi mi ha profondamente toccato. Il coraggio e la determinazione con i quali ha combattuto la malattia che lo aveva colpito sono di esempio e rappresentano il suo vero spirito: battagliero e propositivo.

Uomini come lui hanno impersonificato la passione più pura verso il nostro mondo. Con il suo lavoro Massimo è stato determinante per lo sviluppo del motociclismo tutto, non solo nella sua Scuderia Norelli, ma ovunque anche a livello internazionale.

In occasione della Valli Bergamasche Revival del 2022, abbiamo nuovamente lavorato insieme ad un importante convegno per sensibilizzare le Autorità e le Istituzioni sull'importanza di certe manifestazioni, sui vantaggi per i territori e nel pieno rispetto ambientale. Ricordo come Massimo riusciva a coinvolgere le più alte cariche istituzionali con sincera determinazione; per lui gli ostacoli erano muri da scalare, porte da aprire, occasioni per crescere. In questo lo ammiravo come fuoristradista vero!

Oltre al dolore per la sua scomparsa, Massimo Sironi ci lascia una profonda ed importante eredità che la Federazione Motociclistica Italiana intende raccogliere ed onorare portando avanti le istanze e i progetti ai quali Massimo si è dedicato con entusiasmo ed efficacia. Ci mancherà senza dubbio, ma credo che anche adesso, Massimo ci direbbe di non perdere tempo e di iniziare a metterci al lavoro».

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