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Addio a Niki Lauda, leggenda della Formula 1

Il tre volte campione del mondo si è spento in Svizzera all'età di 70 anni. Lascia la moglie Birgit e cinque figli. Famoso per la rivalità con Hunt e il rogo del Nürburgring, vinse due titoli con la Ferrari e uno con la McLaren, al rientro dopo un lungo stop. Pilota razionale e grande imprenditore, rimane il secondo pilota più vincente di sempre con il Cavallino
Niki Lauda si è spento nella notte tra ieri e oggi in una clinica in Svizzera all'età di 70 anni, per le complicanze seguite a un intervento di dialisi. I reni sono sempre stati il suo punto debole e la leggenda della Formula 1 aveva già subito due trapianti: il primo dal fratello Florian nel 1997, il secondo nel 2005 da Birgit -la consorte-, al tempo non ancora sposata con l'ex pilota austriaco. Lauda lascia moglie e figli: i gemelli Max e Mia di 10 anni oltre a Lukas e Mathias, avuti dal precedente matrimonio con Marlene Knaus. Niki è padre anche di Christoph, nato nel 1982 da una relazione extraconiugale.

Un nuovo modo di correre
Se la figura di Lauda per i ferraristi è un'icona seconda forse solo a Michael Schumacher, la vita sportiva di uno dei più grandi di sempre in Formula 1 va ben al di là degli anni trascorsi a Maranello. Lauda fu uno dei primi piloti insieme a Jackie Stewart a vivere la Formula 1 come una professione, con un approccio razionale. Niki venne soprannominato Computer per via della sua capacità di capire la vettura nelle sue dinamiche più profonde, ma il carattere apparentemente freddo di Lauda rimase un'etichetta appiccicata a lungo al tre volte campione del mondo anche al di fuori delle corse.
Tornato prepotentemente alla ribalta mediatica in questi anni dopo l'uscita del film Rush, Lauda in realtà visse ben tre vite sportive che andarono ben al di là della famosa rivalità con James Hunt.

Tre vite sportive in una carriera
Il primo periodo della carriera è compreso tra gli inizi da giovane talento dell'automobilismo mondiale fino al primo titolo F1 conquistato in Ferrari, nel 1975. L'alloro arrivò già alla quarta stagione nel Circus, la seconda a Maranello, la prima con una vettura davvero competitiva ai massimi livelli. L'anno successivo sembrava buono per un bis, ma tutti sanno dell'incidente al Nürburgring: il rogo, le ustioni e il volto sfigurato, il rientro dopo sole sei settimane e infine il ritiro sotto la pioggia di Suzuka che gli costò la vittoria mondiale. In quell'occasione iniziò anche il secondo capitolo della storia del pilota austriaco: nel 1977 si prese la rivincita su Hunt e a fine anno lasciò la Ferrari per la Brabham di Bernie Ecclestone. La scelta del due volte campione del mondo fu propiziata dal ricco contratto, ma i risultati furono deludenti e dopo due stagioni Lauda annunciò il ritiro. “Sono stufo di correre in tondo con una macchina da gara” fu l'asciutto commento. Il campione fondò l'omonima compagnia aerea, successivamente venduta e ricomprata, mostrando di non avere perso il senso degli affari. Ma il richiamo delle corse si fece infine sentire e nel 1982 Niki iniziò la terza vita sportiva. Al tempo 33 anni venivano considerati un'età già piuttosto importante e nonostante Lauda avesse scelto un team di assoluto livello come la McLaren, i dubbi sulla sua competitività erano diffusi. Il terzo titolo iridato arrivò nel 1984, dopo due anni difficili, con la vittoria più stretta per margine sul secondo classificato: Lauda si laureò campione per solo mezzo punto su Prost, il giovane talento che lo aveva messo in difficoltà più di una volta nel corso del campionato. Il 1984 fu davvero un crocevia di destini: il margine di mezzo punto fu il risultato di quell'incredibile gran premio di Monaco nel quale Senna dominò e la gara venne interrotta, dimezzando il punteggio. Una nuova generazione di piloti fortissimi (Piquet, Prost, Senna, Mansell) stava scalando le gerarchie e a fine 1985, dopo 11 ritiri, il campione in carica decise di chiudere definitivamente con le corse.

Dopo le corse
Lauda divorziò da Marlene in quello stesso anno, rimase nell'ombra per qualche stagione. Fece il proprio ritorno come consulente Ferrari quando Montezemolo prese il comando a Maranello. Il suo ex direttore sportivo lo volle per gestire insieme un periodo difficile (il 1992 fu una delle peggiori annate della storia del Cavallino), ma l'esperienza di Lauda non si rivelò davvero appagante. Al tempo Schumacher non era ancora arrivato alla Rossa e l'ombra di Niki sulla Scuderia pesava come un fantasma dal passato fin troppo ingombrante. Lauda tornò ancora come dirigente in Jaguar, a inizio millennio, lasciò di nuovo per dedicarsi ancora alla sua compagnia aerea. Conobbe una hostess di nome Birgit Wetzinger, ricevette da lei prima un rene, poi la sposò ed ebbe due gemelli nel 2009. Niki venne insignito infine del ruolo di presidente onorario di Mercedes AMG F1 nel 2012.
La carriera di Lauda in F1 vanta 177 gp disputati, 25 vittorie, 3 titoli, e a distanza di anni il campione austriaco è ancora il secondo ferrarista più vincente della storia alle spalle di Michael Schumacher. A discapito della fama di pilota freddo e calcolatore, l'affetto dei tifosi nei suoi confronti è oggi vivo più che mai.
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