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Vinales fa scattare il domino: il mercato MotoGP impazza

Lo spagnolo ha divorziato da Yamaha. Aprilia ha già il contratto pronto, ma in Ducati Maverick ha molti estimatori, a KTM manca un top rider esperto e Suzuki ora ha paura di perdere Joan Mir
In quattro anni e mezzo in Yamaha, Maverick Vinales ha vinto 8 gare e come miglior risultato in campionato ha raggiunto la terza posizione. Nella metà del tempo Fabio Quartararo è arrivato al successo 7 volte e per il secondo anno di fila è in lotta per il titolo, nonostante nel bienno precedente fosse in un team satellite. I numeri sono tutti dalla parte del francese, e forse è questa la vera ragione per cui il matrimonio tra Top Gun e Yamaha finirà in anticipo.

I soliti sospetti
Maverick ha detto di non sentirsi supportato come si deve, allo spagnolo manca la fiducia che nel box si creda in lui e lo si segua nelle strade tecniche da percorrere. Vinales ha cambiato tre capotecnici: Forcada, Garcia e per ultimo Galbusera, ma non ha trovato una soluzione. E se fino all'anno scorso il pilota iberico lamentava una maggiore attenzione verso le indicazioni di Rossi in seno al team factory, ora lo scontento vira su Quartararo.
La storia stessa di Vinales racconta di un pilota che già nel 2012 aveva lasciato il team con cui stava lottando per il mondiale di Moto3, accusandoli di avere una moto poco competitiva: insomma, Maverick fatica a fidarsi di chi lavora con lui, ma in Yamaha la situazione si è fatta addirittura surreale. Vinales a inizio 2020 aveva vinto la gara di apertura e aveva detto che “finalmente qualcosa è cambiato”. Ora siamo al divorzio, e con la fame di piloti competitivi che c'è in giro, a livello teorico gli estimatori non mancherebbero.

Aprilia in pole
Massimo Rivola è stato il primo a muoversi per assicurarsi le prestazioni dello spagnolo, ma non è detto che avrà vita facile. Ducati aveva fatto un'offerta importante lo scorso inverno a Maverick, e con otto moto in griglia, uno spazio Gigi Dall'Igna potrebbe provare a trovarlo. Dove? Forse sulla seconda moto della VR46. Rossi vorrebbe un suo pilota sulla Desmosedici, ma il principe saudita potrebbe avere delle idee differenti: Aramco è uno sponsor munifico, che dopo avere incassato il mezzo no di Valentino all'avventura in Ducati, potrebbe insistere per avere comunque un top rider.
E poi ci sono gli altri: KTM, tanto per dire. Mattighofen ha una moto libera in Tech3 e manca di un pilota di esperienza. Suzuki invece è a posto con i piloti, sempre che la partenza di Vinales non inneschi un domino proprio a partire da Yamaha. Un dream team Fabio Quartararo-Joan Mir è impossibile? Mai dire mai...

M1 disponibili
Con ogni probabilità le Yamaha libere saranno due, visto il più che possibile ritiro di Valentino. Lin Jarvis sta cercando di assicurarsi Raul Fernandez, ma alla porta dei giapponesi forse busserà anche Andrea Dovizioso. Si tratta di capire quanto Iwata voglia lavorare per il presente e quanto per il futuro.

KTM alla finestra
Ci sono poi gli austriaci, che hanno ancora una RC16 da assegnare, e un terzetto Oliveira-Binder-Gardner già sotto contratto: due piloti di 26 anni e un 23enne, ma soprattutto nessuno di loro è cresciuto lontano da Mattighofen. Avere un top rider con sette anni di MotoGP alle spalle sarebbe un bel colpo, al netto di un carattere difficile.
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