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Valentino Rossi: “Un figlio? È uno degli obiettivi, è quasi ora”

Valentino Rossi ha fatto un bilancio della sua vita, da sportivo e da uomo, ha raccontato come vorrebbe essere ricordato, ha spiegato il perché non si senta ancora pronto al ritiro e di cosa rappresenti per lui il decimo titolo mondiale, ma anche aperto la porta all'arrivo di un erede...
"Il decimo titolo? Un sogno e un grande rimpianto"
Sabato scorso Valentino Rossi ha compiuto 40 anni, un traguardo importante per ogni persona, e soprattutto per lui che è ancora uno dei protagonisti della MotoGP. In un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” ha fatto un bilancio dei suoi primi 40 anni: “Sono contento di ciò che ho fatto e di come sono. Per la vita normale non è un problema, anzi, si sta proprio bene. Lo è di più per lo sport che faccio. Come pilota di MotoGP sono vecchio e mi dispiace. Mi piacerebbe continuare a correre tanti anni. Non sarà così”. Rossi 40 anni non li dimostra affatto e ha spiegato: “Dipende da quel che pensi, che ti piace fare, dalle idee che hai in testa. Non sono un nostalgico del passato, cerco di non pensare mai che il tempo passa e che quindi peggioro. Cerco di trovare il modo per diventare migliore, semmai. È sempre più difficile”.
Il segreto di Valentino è forse emozionarsi ancora: “Anche se le ho fatte un sacco di volte, le cose che mi piacciono davvero non mi stancano mai. Se penso a un altro Mondiale che ricomincia, è più l’eccitazione rispetto alla rottura di palle della routine”. Lorenzo ha detto di lui che è diventato quasi più importante del suo sport: “Lo ringrazio moltissimo, lui è stato ed è un mio grande avversario. Questa è la cosa che mi rende più fiero, aver fatto appassionare così tanta gente al motociclismo. Essere stato una pedina per averlo fatto crescere, far conoscere a tanti la cosa che mi piace fare di più”. Se dovesse essere ricordato con una foto, Valentino sceglierebbe questa: “Quando mi sono fermato con la Yamaha a Welkom (2004, prima vittoria dopo l’addio a Honda; n.d.r.) e mi sono seduto vicino alla M1”.
In questo momento gli avversari in pista arrivano hanno quasi 20 anni in meno: “Bisogna essere molto realisti. Io mi accorgo che 10, 15 anni fa ero il più veloce in pista e ora molte volte no. Però mi sento che, se lavoro bene, se sono in forma, se sono concentrato, posso essere quello che va più forte”. Perché continuare a correre? “Eh, bella domanda. Forse è un po’ come una droga, ciò che ti piace, che vuoi fare, il resto non dà lo stesso gusto. Dovessi pensare adesso di stare a casa non mi sentirei bene. Non sono pronto a dire basta, mi godo il riposo”. A proposito del 10° titolo ha detto: “È un sogno nel quale credo ancora molto, ma anche un gran rimpianto, me lo sarei meritato. Due li ho persi all’ultima gara, e sono anche stato tantissime volte vice campione, quindi la mia carriera se ne meritava 10. È anche per quello che ci provo ancora”.
Nel futuro del Dottore però c’è anche l'dea di diventare padre: “Mi piacerebbe. È uno degli obiettivi, e anche lì non è che abbia tanto tempo. È quasi ora. Se lo farò con Francesca? Perché no? È un anno che stiamo assieme, io mi trovo molto bene. Abbiamo le tempistiche giuste. Anche lei non ha fretta”.
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