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Pedro Acosta: “Il mondiale lo vincerà una KTM. E Rossi è il Messi della MotoGP”

Abbiamo intervistato in esclusiva il giovane fenomeno spagnolo. Concentrato e umile, è il pilota che ha sorpreso maggiormente in questo inizio di stagione, nonostante sia un debuttante è già andato a podio ed è il migliore di KTM. L'abbiamo intervistato in esclusiva per conoscere meglio i suoi "segreti"

"Da Dani Pedrosa ho imparato la calma"

Conquistare due podi nelle prime quattro gare al debutto in MotoGP non è una cosa normale... ma Pedro Acosta c'è riuscito. 

Diciannove anni, lo spagnolo aveva già mostrato di avere un grande talento nelle classi minori, in Moto3 ha vinto il titolo al debutto e in Moto2 ci è riuscito al secondo tentativo. Quest'anno è già i protagonisti e con il quarto posto nella classifica generale è il miglior pilota KTM e più efficace tra quelli che non hanno una Ducati. Ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva.

Ti aspettavi di cominciare così in MotoGP?
No, penso che nessuno se lo potesse immaginare. Dobbiamo pensare che il primo test, quello a Valencia, non è stato nulla di “folle”. Ero il debuttante che ha chiuso in 18esima posizione, a un secondo e mezzo dal primo. Non era andata male ma non era nulla di incredibile. Lo step più grande lo abbiamo fatto nel test in Malesia, dove ero capace di stare con Pol (Espargarò) e Dani (Pedrosa), di fare molte cose che prima la mia testa non aveva assimilato. Ho passato quasi tutto l’inverno focalizzato nel migliorare per la MotoGP e non solo a pensare ad andare veloce in allenamento. Questo mi ha aiutato molto in vista del 2024.

Classifica MotoGP 2024

La tua routine è cambiata?
Non molto. È vero che ora sono più concentrato su altre cose che servono per essere veloce nella top class, ma alla fine continuo ad allenarmi come prima, in palestra e in moto.

Oggi qual è il tuo punto forte  e quale il tuo punto debole?
Non c’è nulla in cui sono davvero molto forte. Da 0 a 10 siamo sul 4 nel pacchetto complessivo e piano piano dobbiamo provare a migliorare. Così arriveremo a essere competitivi per lottare per il campionato. La cosa in cui adesso faccio più fatica è la parte elettronica, che è la cosa più difficile della MotoGP. Ci sono tantissime cose da fare ed è facile perdersi. Sia Dani (Pedrosa) sia la squadra mi stanno aiutando molto a concentrarmi e a imparare a dare le priorità.

Se sei al quarto livello, cosa ti manca per raggiungere l’ottavo?
Mi manca esperienza, commettere errori, mi manca fare chilometri con questa moto su circuiti diversi. Gli unici circuiti in cui finora ho già potuto provare la moto sono Malesia e Valencia, tutti gli altri sono una novità. Dovremo passare per molte situazioni nuove prima di arrivare lì.

Cosa ti piace di più di questa fase della tua vita?
Tutto. L’ultimo anno e mezzo in Moto2 è stato un po’ noioso. È vero che mi divertivo, vincevo gare, era un po’ facile in certi momenti dell’anno e su alcuni circuiti, ma arrivare in MotoGP mi ha fatto sentire vivo. Questi sono fine settimana molto intensi, ci sono riunioni a tutte le ore del giorno e mi piace perché sono gare vere.

Se conquisterai una gara prima del Sachsenring, batterai il record di Marc Marquez come vincitore più giovane. Questo ti motiva di più?
No, quello che mi motiva è il lavoro che stiamo facendo. Da Valencia abbiamo fatto un passo molto grande e poi ne abbiamo fatto altri piccoli. L’80% del lavoro si fa con il 20% dello sforzo e l’altro 20% si fa con l’80% dello sforzo. Siamo in quel 20 par migliorare, come dicevamo prima per passare dal 4 all’8.

Hai uno stile di guida nuovo per la MotoGP.
È il mio stile di sempre. Alla guida della moto non penso di essere cambiato molto. È lo stesso della Moto3, quando superavo in Moto3 e quando gestivo le gare in Moto2. Ho fatto qualche step per la MotoGP per capire come funziona l’elettronica, le gomme e per vedere cosa è importante per noi. Sono in un gruppo tanto grande come quello di KTM. C’è molta gente che fa cose diverse quindi provo a prendere il meglio da tutti gli ambiti per poi mettere tutto insieme. Stiamo facendo progressi.

Hai portato qualcosa di nuovo in MotoGP?
Non penso, ma me lo tengo per me. (sorride)

Sei arrivato nel Mondiale appena 4 anni fa e hai già raggiunto traguardi molto importanti.
Penso che si tratti di stare nel posto giusto al momento giusto. Ho avuto la fortuna di avere il manager che ho avuto, di avere l’opportunità con KTM, che dalla Moto3 mi ha poi portato in Moto2, hanno avuto fiducia in me nei momenti difficili e poi sono arrivato in motoGP. Mi hanno dato tranquillità e per questo poi abbiamo potuto salire di livello velocemente.

Cosa ne pensi dello sviluppo dell’aerodinamica?
Non ho un’opinione. Sono arrivato che la MotoGP ce l’aveva già. L’unica volta che ho guidato una moto senza ali sono caduto, quindi non posso dire cosa sia meglio. È quello che c’è non cambierà fino al 2027, quindi mi concentro per fare il massimo con quello che ho a mia disposizione.

Chi vincerà il titolo quest’anno?
Non so. Una moto del gruppo Pierer Mobility sicuramente.

Ti aspetti di passare nel team KTM ufficiale il prossimo anno?
Non ho fretta. Sto molto bene con la gente con cui sto lavorando, con il team in cui sono adesso, sto bene con il trattamento che ho da parte della fabbrica. Non so cosa succederà, vedremo, dobbiamo stare calmi. Adesso è presto.

Cos’ha KTM più di Ducati?
KTM è la marca numero uno adesso in MotoGP. È vero che siamo in via di sviluppo ma abbiamo il miglior team di collaudatori di tutta la classe. KTM sta investendo molto per avere i migliori ingegneri e io ho il miglior tecnico presente nel gruppo KTM, non mi posso lamentare di nulla.

Cos’hai imparato finora da Dani Pedrosa?
La calma con cui fa tutto. Se vedi i suoi dati ha una guida molto delicata, anche quando lo vedi in video, non sembra che sia così veloce. È come quando balli con un'altra persona e non ti pesta i piedi, Dani è così. Mi aiuta a fare le cose con molta dolcezza,  mi sta aiutando abbastanza a perfezionarmi, a fare attenzione alle gomme, al fisico. Fare 25 giri in MotoGP non è facile e per questo avere una persona come lui vicino mi aiuta.

In che rapporti sei con Valentino Rossi?
Quando ho vinto il titolo in Moto3, prima di firmare di nuovo con il team Ajo abbiamo avuto qualche contatto per andare nel suo team. Mi ha invitato anche al Ranch per la 100 km dei Campioni e ci sono andato negli ultimi due anni. Sapendo quello che ha fatto e quello che ha ottenuto, non capisco come possa essere una persona così normale, con i piedi per terra. È una cosa che mi ha colpito. 

Che un certo Valentino Rossi mi venga a cercare e mi dica che sia contento che io sia al suo Ranch, è una cosa che fa molto piacere. Soprattutto poi se ti scrive dopo che hai fatto una bella gara. Insomma, stiamo parlando del Cristiano Ronaldo o del Leo Messi della MotoGP…

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