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MotoGP Qatar, Promossi&Bocciati: Yamaha a due velocità, Ducati da paura

Vinales vola e ritrova il successo dopo sei mesi, Rossi e Morbidelli naufragano in un mare di problemi tecnici. Bagnaia e Bastianini, 47 anni in due, fanno sorridere Gigi Dall'Igna con una Desmosedici velocissima ma "golosa" di gomme
Dopo una lunghissima pausa invernale, finalmente il motomondiale è tornato e in Qatar non sono mancate le sorprese. Vinales ha ritrovato la vittoria dopo sei mesi, Mir è stato bruciato sulla linea d'arrivo dal super motore Ducati, Bagnaia ha festeggiato il suo secondo podio in MotoGP. Riviviamo la gara insieme al nostro Guido Sassi in Promossi&Bocciati.

Chi piange, chi ride
Sorriso a trentadue denti per Maverick Vinales, che vince in Qatar come fece nel 2017, alla sua prima stagione in Yamaha, che fu anche la sua migliore non che l'unica nella quale sia mai stato in testa al mondiale. Nel primo gp stagionale Top Gun ha fatto tutto benissimo a parte lo start, il suo capolavoro è stato prendere quel tanto di margine che gli è servito a non farsi risucchiare dalle Ducati dopo il sorpasso a Bagnaia. C'è chi indica nel matrimonio e nella prossima paternità il segreto del nuovo Maverick, ma conoscendo gli alti e bassi di Vinales, meglio sospendere il giudizio in attesa di conferme.
Oltre al pilota Yamaha, podio di sorrisi anche per Johann Zarco e Francesco Bagnaia. Il primo è rinato con la cura Desmosedici, il secondo tra pole di sabato e il terzo posto di ieri ha messo in archivio un deludente finale di 2020. Ma Ducati si lecca i baffi anche per la gara di Enea Bastianini, decimo grazie a una rimonta dal diciottesimo posto, dopo una sciagurata partenza nella quale aveva sbagliato a inserire l'abbassatore. Pecco e il Bestia fanno 47 anni in due, mica male la nuova linea Ducati.
Lacrime amare invece per Valentino Rossi e Franco Morbidelli, afflitti rispettivamente da problemi di gomme e noie tecniche. Il vicecampione del mondo ha parlato di un ammortizzatore che sembrava "sgonfio" e il risultato è stato un 18esimo posto, il team Petronas ha raccolto appena 4 punti con due piloti. Pollice verso anche per Jack  Miller, che dai test a oggi ha messo in scena il passo del gambero, e per Pol Espargaro che ha debutta con uno scarno ottavo posto, ed è stata pure la migliore delle Honda.

Oscar del sorpasso
Il premio che è tradizionalmente appannaggio del pilota più coraggioso del weekend questa volta non può che andare a Ducati. Una Desmosedici in versione missile come quella vista a Losail è uno spettacolo per gli occhi e per il cuore, la volata che Zarco e Bagnaia hanno vinto su Mir è emblematica delle potenzialità del progetto, anche se sul risultato pesa un errore del campione del mondo in carica. Joan è andato largo all'ultima curva quel tanto che è bastato a perdere un po' di accelerazione, il resto lo ha fatto il V4 italiano, che ha sverniciato la Suzuki. Le velocità di punta segnate domenica contano poco, tra scie e vento, ma quella di sabato registrata da Johann in FP4 invece dà l'idea dei valori in campo: 362 km/h sono il valore più alto mai scritto, frutto sia di cavalli in abbondanza che di un buon pacchetto tra aerodinamica ed elettronica.

Data check
Bagnaia ha ammesso di avere perso la gara per un errore di strategia: pneumatico posteriore eccessivamente consumato sul lato destro, in forte degrado nella seconda parte di gara per avere spinto troppo all'inizio. Ma Vinales in realtà non è stato davvero da meno: lo spagnolo ha fatto tutta la gara sul 55”, con un paio di puntate sul 54” alto proprio nei primi 8 giri che lo hanno portato al sorpasso sul pilota Ducati. Insomma non è che Maverick si sia risparmiato, ma probabilmente la sua Yamaha ha trattato meglio gli pneumatici e ha risentito meno dei giri più spinti. La GP21 invece ama ancora le gomme da masticare, un problema da risolvere.

Meditate gente
Con quattro Ducati e una Aprilia in top ten, le moto italiane ieri si sono davvero difese bene. Aleix Espargaro con la nuova RS-GP d'altronde era stato rapido fin dai test, e in gara ha confermato i valori delle prove. Non è utopico pensare che con Andrea Dovizioso sulla seconda moto di Noale, le Aprilia nei primi dieci sarebbero state due. Se dei sette italiani in classe regina ieri si sono salvati appena Bagnaia e Bastianini, una bella consolazione arriva insomma dalle nostra case, che sembrano bene attrezzate per regalarci una stagione con qualche bell'acuto qua e là e tanta sostanza sempre.

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