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MotoGP 2022 - Starting Grid: ad Assen tutti contro Quartararo

Il francese sta dominando il mondiale, ma Aprilia e Ducati hanno le qualità per provare a fermare il campione in carica. Mercato: a Noale arriva Miguel Oliveira per il 2023, mentre Rins andrà in Honda LCR
L'ultimo gran premio prima della pausa estiva porta il motomondiale nei Paesi Bassi, per un classico della MotoGP: il TT Assen. La pista olandese è uno dei templi del motorsport e regala sempre belle gare. Andiamo a vedere allora cosa è lecito aspettarsi, insieme al nostro Guido Sassi, in MotoGP Starting Grid.

Cosa succede
Piano piano il puzzle del mercato MotoGP si sta formando, con qualche sorpresa di non poco conto. L'ultima riguarda Miguel Oliveira, che dopo 8 anni in KTM, dalla Moto3 alla classe regina, lascia Mattighofen per Aprilia. Il portoghese non ha digerito la proposta degli arancio di dirottarlo nel team Tech3 e ha preferito cambiare aria. Se però con gli austriaci avrebbe avuto una moto 2023, non sarà lo stesso a Noale, e con tutto il rispetto per la struttura satellite di Razali, rimanendo nell'orbita KTM avrebbe avuto qualche garanzia tecnica in più. L'orgoglio deve avere giocato un buon ruolo, ed è vero che in termini di semplici risultati, ha portato più successi Oliveira che Binder.
L'altro cambio in dirittura di arrivo è quello che porterà Alex Rins da Lucio Cecchinello. Lo spagnolo sceglie la RC213V nel momento più buio della storia di Honda, ma Alex è rimasto orfano di Suzuki e ha fatto la scelta più solida in prospettiva, sacrificando qualcosa alla competitività nel breve. Insieme a lui ci sarà Ai Ogura, probabilmente l'unico rookie della prossima stagione.

Che numeri
3 vittorie, 6 podi, sempre in top ten da inizio campionato: non è un caso se Fabio Quartararo ha 34 punti di vantaggio su Aleix Espargaro, 61 su Zarco, 72 su Bastianini e addirittura 91 su Bagnaia. Il francese si è involato verso il secondo titolo consecutivo della sua carriera, che a 23 anni presenta i numeri del grande campione. Pur non avendo conquistato campionati nelle classi minori – anche se è stato per due volte iridato nel mondiale junior- Quartararo si è laureato campione già al suo terzo anno di MotoGP, il primo con un team ufficiale. Fabio non è un vincitore seriale: i suoi successi in classe regina sono “solo” 11, ma ha già fatto meglio di Maverick Vinales e rispetto ai tempi di Valentino e Lorenzo la concorrenza tra le marche è aumentata.
Quartararo è velocissimo sul giro secco, e anche se quest'anno ha conquistato solo una pole position, in carriera ne ha già collezionate 15, riuscendo sempre a spremere sempre il meglio dalla propria M1. El Diablo diventerà uno dei piloti Yamaha più forti di sempre? Le prospettive ci sono, non resta che attendere.

La sfida
I duelli non sono solo quelli della pista, ma si svolgono anche sul fronte mercato. Tutti vogliono una Ducati, tanto più se con specifiche da ufficiale. L'anno prossimo in teoria dovrebbero esserci 6 Desmosedici 2023, e solo 2 moto dell'anno precedente. Bagnaia, Martin, Bastianini e Zarco avranno sicuramente il materiale aggiornato, per gli altri 4 posti invece la situazione è meno definita. Per esempio, Luca Marini sta andando bene in queste ultime gare (tre arrivi consecutivi tra i primi sei). E poi ci sono Bezzecchi e Di Giannantonio, che hanno un buon potenziale e l'anno prossimo saranno al secondo anno di MotoGP, più un pilota che non è ancora stato deliberato. Le quotazioni di Raul Fernandez sono in salita, ma difficilmente sarà per lui ci sarà una GP23, qualora dovesse davvero approdare a Borgo Panigale. Resta comunque ancora metà campionato da correre e i giochi sono aperti.

Questa è storia
L'anno scorso ad Assen c'è stato il dominio dei 4 cilindri in linea, con una doppietta Yamaha e il terzo gradino del podio occupato da Joan Mir. La fuga di Fabio Quartararo si è rivelata inarrestabile, tanto che Maverick Vinales, con la stessa moto e partito dalla pole position, ha pagato 2.7 secondi al francese sulla linea del traguardo. Dal 2011 Yamaha e Honda si alternano nella vittoria al TT, ma quest'anno HRC è sostanzialmente fuori gioco, se si considera che nell'ultima gara in Germania – una pista che aveva visto la moto di Tokyo dominare negli ultimi 10 anni- i piloti di Alberto Puig non sono nemmeno andati a punti. Sarà un festival Yamaha? Attenzione anche alla Suzuki: le curve veloci sono l'ambiente perfetto per mettere in luce le qualità della GSX-RR, che monta il 4 in linea al posto del V4.

Hot spot
L'ultima chicane di Assen è uno dei punti dove spesso si è decisa la vittoria: la esse si sviluppa sotto una delle tribune più importanti del circuito e in quel punto le gare hanno visto finali rocamboleschi (vedi Rossi-Marquez nel 2015). Negli anni ci sono state anche cadute eclatanti (ricordate l'incredibile uscita di pista di Colin Edwards nel 2006?), spesso lì arrivano i sorpassi che contano per la classifica. In una pista che è fatta per lasciare scorrere la moto, più che impegnarla in staccate violente, la 17-18 comunque richiede un buon assetto in frenata: si entra a oltre 200 all'ora, e si esce a poco più di 90, in uno dei punti più lenti del tracciato. Disegnare una buona traiettoria è comunque fondamentale per non trovarsi penalizzati nel rettilineo principale, che arriva subito dopo: a meno che non sia l'ultimo giro.
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