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MotoGP 2021, Stoner: “Il mio punto di forza era la mancanza di orgoglio”

MotoGP news – Sono ormai nove anni che Casey Stoner ha deciso di appendere il casco al chiodo, ma resta senza dubbio uno dei piloti con maggior talento tra quelli che hanno calcato il palcoscenico della MotoGP. In una recente intervista ha svelato quale è stato il suo "segreto" per riuscire a vincere tanto
Negli ultimi due Gran Premi stagionali, in Portogallo e a Valencia, si è rivisto nel paddock della MotoGP Casey Stoner, due volte iridato con Ducati e Honda. Intervistato da motogp.com l’australiano ha ricordato la sua vita da pilota: “Probabilmente non avevo molti punti di forza una volta sceso dalla moto. Il mio punto di forza era la mia mancanza di orgoglio. Mi spiego: penso che troppi piloti lo abbiano, nel senso che non vogliono cambiare, vogliono che la moto si adatti a loro, dicono sempre 'non si adatta al mio stile, non riesco ad avere un buon feeling'. Io dico: se non avviene subito, fatelo succedere. Se la moto da sola non funziona per te, fai in modo che funzioni per te. Ecco perché sono sempre stato veloce in condizioni diverse, sono stato in grado di adattarmi alle cose rapidamente, a causa della mia mancanza di orgoglio sulla moto”.

Il compagno di squadra da cui ha più imparato
Di rivali ne ha avuti tanti e ha raccontato: “Non ci sono due piloti uguali, così come non ci sono due moto uguali e non ci sono due curve uguali. Ci sono sempre modi diversi per affrontare il tutto. E questo è il bello di questo sport. Jorge (Lorenzo) aveva un sacco di cose che avrei voluto; di Valentino (Rossi) la capacità di combattere ma la persona da cui ho imparato di più, perché ho corso con lui per tutta la mia carriera, è stato Dani Pedrosa. Il modo in cui riusciva a trovare la velocità e faceva delle cose che a volte lasciavano di stucco”. Nel 2014 sono poi stati compagni di squadra e racconta: “È stata la cosa migliore che mi sia mai capitata perché negli anni precedenti in Ducati, e non voglio essere frainteso, ma non sono mai stato in grado di guardare i dati del mio compagno di squadra per sapere come andare più veloce. Con Dani potevo vedere cosa fosse in grado di fare in alcuni punti della pista con la mia stessa moto. Non lo seguivo nell'assetto perché io seguo la mia direzione ma a volte affrontava le situazioni in modo un po' diverso. Questo mi ha dato molta più forza”.

La moto preferita
Infine, qual è stata la sua moto ideale? “La Honda del 2012, ma con le gomme del 2011. Gli pneumatici che introdussero per la nuova stagione non funzionavano altrettanto bene con la nuova moto. Abbiamo avuto quantità incredibili di chattering, abbiamo filmati al rallentatore dello pneumatico posteriore che rimbalza a circa 10 centimetri dall'asfalto. Ogni curva a destra era in accelerazione e la maggior parte dei circuiti hanno curve a destra. Quindi quando eravamo su un circuito a sinistra vincevamo, ma quando erano a destra faticavamo immensamente”.
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