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MotoGP 2021, come sarà la griglia di partenza?

Il campionato di MotoGP 2020 quest’anno potrebbe non partire, a causa della pandemia del coronavirus, ma il mercato è già iniziato. Cinque dei ventidue piloti della griglia di partenza hanno già rinnovato con i team, ora resta da capire cosa faranno tutti gli altri e come si muoveranno le case costruttrici…
Line up 2021
Con un campionato che tarda a partire, come si comporterà il mercato in ottica 2021? Tutti i piloti della top class, tranne Tito Rabat, erano quest'anno in scadenza di contratto e di questi ventun piloti, solo cinque si sono già "sistemati". Andiamo ad analizzare il mercato.

Yamaha
Partiamo dalla casa di Iwata, l’unica che non ha alcun dubbio su quello che accadrà nel biennio 2021-22. Yamaha ha fatto la mossa più furba sul mercato, garantendosi subito, a gennaio, due dei piloti più giovani, ambiti e appetibili del paddock, due che nel 2019 avevano già fatto vedere grandi cose. La casa dei tre diapason ha blindato Maverick Vinales (rinnovandolo nel team ufficiale) e Fabio Quartararo (promosso dal team privato Petronas) per le prossime due stagioni, dando così a loro una buona tranquillità e la possibilità di focalizzare tutta la loro attenzione e la loro energia sull’obiettivo comune: vincere.
Con l’arrivo del 21enne nel team ufficiale, ci ha rimesso Valentino Rossi a cui però Yamaha ha garantito un posto nel team Petronas nel qual caso volesse continuare a correre. Il Dottore, infatti, in tutto ciò dovrà decidere se ritirarsi oppure no, e aveva chiesto di poter disputare qualche gara per avere il quadro chiaro della situazione. Ora cosa farà?
Se il 41enne continuerà andrà in Petronas, dove potrebbe fare di nuovo coppia fissa con Jorge Lorenzo, con cui ha condiviso il box in Yamaha per sette anni. Il maiorchino, infatti, dopo essersi ritirato ufficialmente dalle corse lo scorso novembre, è subito rimasto nel paddock con la casa di Iwata di cui è collaudatore di lusso, e non è da escludere un suo ritorno alle corse. Oppure Rossi potrebbe avere al suo fianco Franco Morbidelli, attuale pilota del team Petronas che è cresciuto molto alla guida della M1.

Honda
La casa giapponese ha messo al sicuro l’unico alfiere in grado di vincere con la RC213V, Marc Marquez. In sette stagioni lo spagnolo ha conquistato sei titoli iridati e Honda si è garantita la sua presenza all’interno del box con un contratto record fino al 2024. Nessun dubbio da entrambe le parti e l’idea che, forse, Marc non lo vedremo su nessun’altra moto in MotoGP. Quest’anno Marc dividerà il box con suo fratello Alex, campione del mondo di Moto2, che con la casa alata ha però solo un anno di contratto. Se non si dovesse correre il campionato e Alex non avesse la possibilità di mettersi in mostra, cosa farà? Honda andrà sulla fiducia e gli farà un contratto addirittura biennale o lo rinnoverà per un altro anno? Bel punto di domanda, che al momento non ha alcuna risposta.

Suzuki
Pare non avere, invece, alcun dubbio la casa di Hamamatsu. Suzuki ha rinnovato recentemente con Alex Rins, su cui la fiducia non è mai mancata. Lo spagnolo lo scorso anno è stato autore di una stagione straordinaria, ha lottato per il terzo gradino del podio iridato e ha conquistato ben due vittorie. Davide Brivio, il team manager, aveva detto fin da subito che l’obiettivo per Suzuki era rinnovare i due piloti attuali, Rins da una parte e Mir dall’altra, e proprio su questo hanno lavorato. Nulla però è ancora ufficiale per Mir, che lo scorso anno ha debuttato in MotoGP, e dopo un infortunio a Brno aveva svolto una seconda parte di stagione in crescendo, facendo vedere di avere i numeri giusti.

Ducati
La casa di Borgo Panigale è rimasta a bocca asciutta. Non era un mistero che Ducati stesse guardando sia Vinales sia Quartararo e a indurre in tentazione il primo ci ha provato, ma non è bastato. Nel frattempo anche Rins, un pilota decisamente interessante, si è “accasato” e ora che tutti i top rider hanno firmato, le opzioni rimaste sono poche. Il team aveva primeggiato la classifica delle squadre fino all’ultimo GP della stagione 2019, segno che la coppia Andrea Dovizioso-Danilo Petrucci funziona con la Desmosedici GP, nonostante l’età del forlivese che quest’anno ha spento 34 candeline. Proprio i rapporti con il “Dovi” sembravano essersi deteriorati all’interno della squadra, ma l’opzione più ragionevole sembrerebbe quella di rinnovare con lui dati gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi tre anni: tre secondi posti. Petrucci, invece, arriva da un finale 2019 decisamente sotto le aspettative, anche se ha vinto la sua prima gara di MotoGP, al Mugello. I manager della squadra ripongono anche tanta fiducia in Johann Zarco, pilota del team Avintia Racing, che però sarebbe forse prematuro promuovere nel team ufficiale data la conoscenza limitata della moto. E piace tanto anche Jack Miller, attuale pilota del team Pramac che ha concluso il 2019 con cinque podi, un bottino niente male. Ducati potrebbe anche considerare l’ipotesi di fare un contratto annuale, solo per il 2021 e poi decidere il da farsi, magari guardando anche a nuovi talenti provenienti dalla Moto2.

Aprilia
La casa di Noale deve forse affrontare la situazione più difficile in assoluto. Uno dei suoi due piloti, Andrea Iannone, è al momento squalificato per doping, dopo esser stato trovato positivo al termine del GP malese del 2019. Il pilota di Vasto è stato squalificato per 18 mesi e farà ricorso al TAS, ma se dovesse essere confermata la pena è squalificato fino a giugno 2021. Che fare quindi? La nuova Aprilia RS-GP, piaciuta tanto ad Aleix Espargaro, è nata anche grazie a lui e la casa costruttrice ha mostrato totale fiducia e devozione nei confronti di Andrea. Sarebbe così assurdo che rinnovasse con Iannone? Intanto lo spagnolo ha dichiarato amore eterno ad Aprilia, dopo aver provato la nuova moto, e non desidererebbe altro che restare con la casa italiana.

KTM
Tutto è fermo per la casa austriaca che conta con quattro moto in pista. Due del team ufficiale, con Pol Espargaro e Brad Binder, debuttante in MotoGP. Due del team privato Tech 3, con Miguel Oliveira e Iker Lecuona, anche quest'ultimo debuttante. Il “pezzo” pregiato è Pol Espargaro, che veste questi colori da ormai tre anni e che ha contribuito concretamente (e tanto) a sviluppare la RC16. Per KTM sarà importante tenersi stretto lo spagnolo, che ha dimostrato negli anni sia di saper sviluppare bene la moto, sia di andare veloce, conquistando già il primo podio a Valencia nel 2018. E sarà meglio che gli austriaci lo blindino il prima possibile, visto che il team manager del team ufficiale Honda, Alberto Puig, ha già rilasciato alcune dichiarazioni di apprezzamento nei suoi confronti. Che fosse la prima mossa prima di contattare il suo manager? Chissà…
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