Salta al contenuto principale

Moto2 intervista esclusiva a Tony Arbolino: “Scherzo sulla MotoGP con Quartararo. Se c’è una persona che voglio battere è Acosta”

Moto2 news – Dopo le prime dieci gare è già ben delineata la situazione del campionato della classe di mezzo dove il titolo pare essere una questione solo tra Tony Arbolino e Pedro Acosta. Abbiamo fatto due chiacchiere in esclusiva con il talento di Garbagnate Milanese, che ci ha raccontato che la rivalità con lo spagnolo parte da molto lontano...

Riflettori puntati su Arbolino
Il nome di Tony Arbolino è circolato quest'anno nel mercato MotoGP, viste le sue grandi capacità che ha già messo in mostra sia in Moto3 sia in Moto2. Alla fine, però, ha deciso di restare ancora un altro anno nella classe di mezzo, rinnovando con il team Elf Marc VDS dove ha trovato l’ambiente giusto per poter dare il massimo. La nostra Serena Zunino ha fatto due chiacchiere con lui, che ora è in piena lotta per il titolo contro il rivale di sempre: Pedro Acosta.

Nelle ultime tre gare sei stato lontano dal podio, cosa ti è mancato?
Abbiamo faticato in alcuni punti, in alcune curve. È stato importante il lavoro svolto nel test successivo al GP di Gran Bretagna. La base della nostra moto è buona. Non dobbiamo modificarla tanto. Ci crediamo come non mai. Tornare sul podio è adesso il nostro obiettivo principale.

Da qui a fine stagione quali sono le piste che possono piacere maggiormente a te e alla moto?
In Asia sicuramente possiamo fare molto bene e sarà importante. Ma anche Barcellona e Misano.

Quanti rivali hai per il titolo?
Uno, Pedro Acosta. Spero neanche lui, ma sembra proprio di sì (ride). Il campionato è ancora lungo. Alla fine possono cambiare tante cose, sappiamo come sono le corse. Ma quello che è successo, la continuità che abbiamo avuto, non è stato un caso. Adesso dobbiamo tornare ad avere un altro grande momento di gioia, da mantenere fino alla fine della stagione.

Com’è la rivalità con Pedro?
Ci conosciamo da tantissimo. Quando ero piccolo andavo a Cartagena, dalle sue parti, per allenarmi. E andavo lì solo per quello. Lui invece veniva perché sapevo che c’ero io. C’erano una quarantina di bambini ed ero il più veloce. Solo uno riusciva a starmi vicino, ed era lui. Mi piaceva anche perché lui è più piccolo di me, ma andava fortissimo. Era un po’ matto, doveva ancora crescere un po’. La cosa bella è che lui sa il mio livello, sa da dove arrivo e sa quello che sono.

Diversi anni dopo vi ritrovate a lottare testa a testa per il titolo di Moto2.
È bellissimo. Se c’è una persona che voglio battere è lui. Mi darebbe una soddisfazione piena, un gusto particolare. Spingerò come non mai, da qui fino a fine campionato.

Cosa significa per te aver perso la vetta del campionato?
Significa ripartire da zero, da qui si fa un altro campionato. Si attacca di nuovo, si rischia, si cerca di prendere posizioni importanti. Ovviamente cercando di tenere lui dietro. Lo vedo con positività perché il livello è molto alto in Moto2, ma nessuno dei due riesce a vincere con distacco. Entrambi abbiamo dei problemi, lui li ha gestiti un po’ meglio, ma sono sicuro che ce la faremo.

Hai da poco compiuto 23 anni, che regalo ti sei fatto?
Penso che sia l’anno in cui mi sono regalato meno cose materiali. Sono orgoglioso di me stesso e mi sono divertito a Ibiza, con Fabio Quartararo.

In cosa ti aiuta lui?
Non mi dà grandi consigli, sono un altro pilota in un’altra categoria, ma mi sento veloce come lui. Guidiamo moto diverse, ma io sono davanti nella mia classe, lui lo è stato nella sua. In alcune situazioni può capire veramente cosa mi succede. In questo mi aiuta. Al posto di avere 10 dubbi se sono con lui ne ho 1. È più qualcosa di mentale. Nel paddock cerchiamo di cenare insieme, è il momento che abbiamo più libero.

Prima hai avuto al tuo fianco Jorge Lorenzo, ora Quartararo, due campioni.
Con Jorge è stata una cosa più costruita, perché io andavo a vivere a Lugano, lui aveva mentalmente bisogno di un pilota vicino. Io super motivato sono andato lì, ci siamo dati fiducia ed è venuto poi naturale. Fabio invece lo conosco dal 2011, quando eravamo nel team RM1 insieme. Lui mi faceva i compiti di scuola di francese appoggiato nel bagagliaio. Quella è stata la prima cosa in cui mi ha aiutato.

Hai rinnovato il contratto con il team Marc VDS, cos’hai trovato qui?
Serenità prima di tutto. Mi hanno dato molta fiducia, ho trovato molta voglia e ambizione di voler vincere.

Hai un motto?
Credo che il duro lavoro ripaghi. Questa è da sempre la mia filosofia, ho sempre lavorato più degli altri e questo mi ha aiutato ad arrivare in certe situazioni più preparato. È una mentalità ben radicata in me. Non guardo tanto alle ore di lavoro, ma alla convinzione e al credere tanto nel lavoro.

La MotoGP la vedi vicina o lontana?
Vicina come capacità e livello, ma come possibilità non è nelle mie mani. Per il resto mi sento all’altezza, sarà tutto da dimostrare in pista.


Come pensi sarebbe un giorno lottare contro Quartararo?
Ogni tanto ne parliamo e per scherzare gli dico: “Guarda che prendo la Ducati e ti passo sul rettilineo a 200 all’ora in più!” Lui mi risponde che gli dovrò per forza dare la scia. So che ci soffre, ma è meglio anche sdrammatizzare un po’. Scherzi a parte, spero ci sarà qualche marca che in futuro crederà in me.

Aggiungi un commento