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Intervista Bezzecchi: “Bagnaia ha il 50% di possibilità di vincere il titolo in MotoGP"

MotoGP intervista - Tra i debuttanti della top class a brillare è Marco Bezzecchi, pilota del team Mooney VR46, che ha già assaggiato il suo primo podio in MotoGP e si sta adattando sempre meglio alla sua Ducati Desmosedici GP. A Misano abbiamo potuto fare una chiacchierata con il giovane talento italiano della VR46 Riders Academy, che ci ha raccontato il suo 2022
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È al suo primo anno in MotoGP, Marco Bezzecchi, ma si è già messo in mostra alla guida della Ducati Desmosedici GP del team Mooney VR46. Il romagnolo ha già assaggiato il sapore del podio, al termine di una prestazione ottima ad Assen, in Olanda, e lo scorso fine settimana la nostra Serena Zunino ha potuto fare due chiacchiere con lui. Il romagnolo le ha raccontato le sue impressioni sulla categoria regina, ha ricordato le emozioni del podio e ha parlato di quanto gli manca Valentino Rossi nel paddock, ora che si è ritirato.

Com’è questa MotoGP?
Bellissima. È assolutamente sopra le mie aspettative. Appena avevo provato la moto ho avuto una prima impressione abbastanza strana, non mi sono trovato proprio bene. Poi abbiamo lavorato sulla posizione e appena trovata quella giusta ho cominciato subito a migliorare molto.

Hai disputato 14 gare, sei dove avresti pensato di essere?
Forse ho fatto anche un po’ meglio di quello che pensavo. Ho commesso qualche errorino, ho svolto qualche bella gara e qualche bella rimonta, che in MotoGP non è facile. È un bilancio assolutamente positivo, non pensavo da subito di essere veloce. Me l’aspettavo nella seconda parte del campionato.

Cosa ci vuole per guidare questa Desmosedici GP?
Molta forza nelle braccia, innanzitutto! (ride) A parte questo bisogna conoscere la moto, ha molti punti forti in staccata, quindi bisogna cercare di sfruttarli subito. Fidarsi a volte più di quello che si farebbe, perché risponde bene sul davanti. Quello che è veramente difficile da imparare è l’inserimento con i freni e la gestione della gomma.

Mi racconti l’emozione olandese del secondo posto?
Intanto è stato un fine settimana particolare perché io e Matteo (Flamigni, il suo capotecnico, ndr) ci siamo concentrati, guardando le gare precedenti, sulla gomma media pensando che fosse la soluzione migliore. Avevo un passo costante, ma non veloce e non capivamo bene cosa facevo di sbagliato. Poi in qualifica ero andato fortissimo, quindi ci sono venuti ancora più dubbi. Abbiamo analizzato bene tutto e domenica siamo partiti un po’ alla cieca con la morbida al posteriore. Lui era più sicuro di me. Così sono andato fortissimo, sono riuscito a gestirla bene anche nei punti critici. È stato un risultato fantastico, un’emozione unica, quasi indescrivibile.

Dove l’hai messo il trofeo in casa?
In sala, con la bottiglia di Prosecco. Poi i miei migliori amici mi hanno fatto un regalo bellissimo: una pista di Assen in miniatura con su scritto “First MotoGP Podium” e la data, e l’ho appeso al muro vicino al trofeo.

Hai già trovato il posto per il secondo?
(ride) Non ci ho ancora pensato, però ho in mente un paio di idee… Ma nel caso lo costruisco!

Qual è il valore aggiunto di lavorare con Matteo Flamigni?
Innanzitutto è una bellissima persona, mi trovo bene come amico. È giovanile, molto alla mano e ha moltissima esperienza. È un po’ come se fosse un papà, le ha già vissute tutte. Poi è stato con Valentino Rossi, ha avuto esperienze con moto diverse, con un pilota fortissimo che ha dovuto affrontare rimonte pazzesche, sabati difficili, modifiche nel warm up. Inoltre era già stato anche in Ducati, quindi conosceva i tecnici dell’azienda. Abbiamo un bel rapporto e questo vale un po’ di più.

Com’è avere Luca Marini come compagno di squadra in MotoGP?
Con Maro mi trovo bene, è molto simile a come averlo in Moto2. Ci vediamo meno perché la mole di lavoro è maggiore. Parliamo molto tra noi, dei problemi che incontriamo. Poi a casa ci alleniamo insieme, siamo amici. È un po’ strano. La rivalità che c’è qui è unica. È molto più alta.

Quante possibilità ha secondo te Pecco di vincere il titolo?
Realisticamente ne ha il 50%. Ora è in formissima, è fortissimo, ma essendo nella posizione di dover recuperare molto non può più sbagliare. Basta un errore che non sia per forza una caduta, ma anche un lungo, una gomma difettosa, una cosa qualsiasi e si butta tutto via. Ovviamente tifo per lui, è uno dei miei più grandi amici, ma non è facile. E Fabio Quartararo è in forma: è il campione del mondo.

Delle sei piste che mancano, ce n’è una che più ti ispira da provare con la MotoGP?
Sono contento di andare in Giappone perché lì ho centrato il mio primo podio. Una pista di cui sono curioso è Phillip Island: era già fantastica con la Moto3 e la Moto2, arrivarci con la MotoGP sarà strano.

Che consigli ti dà Valentino?
Di tutti i tipi, dipende dalla situazione. Se sto andando bene magari mi chiede cosa faccio per fare così bene, come mai abbiamo provato quella cosa nello specifico e mi fa i complimenti. Se sono un po’ in difficoltà mi dice quello che lui avrebbe fatto diversamente. Con la sua esperienza dice quello che ci potrebbe servire. È una grandissima fortuna.

Ti manca non averlo in pista?
Molto. Alle gare sento la sua mancanza, soprattutto la sera quando andavamo nel suo motorhome e stavamo tutti insieme, guardavamo le prove. Poi l’ho mancato solo di un anno in MotoGP.

Chi è Marco Bezzecchi?
Un normalissimo ragazzo di 23 anni che fa un bellissimo lavoro.

Hai tanto tifo, come la vivi?
Mi fa molto piacere. Non so bene il perché, sono sempre me stesso, però vedo che c’è tanto affetto intorno a me e questo mi rende contento. Sono abbastanza orgoglioso, spero di regalare delle belle emozioni.

Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
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