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I sorpassi più belli di sempre: Hockenheim 1991, Schwantz contro Rainey

Il texano riuscì a battere il rivale con una manovra in bilico tra genio e follia: una staccata senza possibilità di replica, con la moto che sbandierava a destra e a sinistra. Per il 34 ci fu la vittoria meritatissima nel gran premio, con soli 16 millesimi di vantaggio su Wayne
Durante la pausa estiva della MotoGP non c'è modo di emozionarsi con la cronaca dei gran premi, ragion per cui capita di andare a rivedere vecchi video di imprese che furono. Ma quali sono stati i sorpassi più iconici del motomondiale? Senza tornare indietro fino ai tempi dei pionieri, abbiamo selezionato alcune manovre diventate storiche, oggetto di racconti appassionati che si tramandano di generazione in generazione. La prima puntata di questa nostra rassegna è dedicata a un mito assoluto: Kevin Schwantz.

Correva l'anno 1991
Dopo una brillante vittoria nel gp inaugurale, la stagione non sta andando per il meglio al texano: due vittorie a testa per Rainey e Doohan hanno relegato il mitico 34 al ruolo di terza forza del campionato, ma si sa che il pilota Suzuki ha sempre avuto un rapporto speciale con il rivale della Yamaha. Così, quando i due si trovano a battagliare per la vittoria all'ultimo giro del gp di Germania, Schwantz tira fuori i proverbiale asso dalla manica.

Una pista tutta motore
Hockenheim al tempo si presenta ancora in tutta la sua magnificenza: sei chilometri abbondanti di rettilinei, inframezzati da tre ridicole chicane e un piccolo toboga nei pressi dell'arrivo. Già all'inizio dell'ultimo giro si capisce che ci sarà di che applaudire. Rainey è in testa, Schwantz per stargli dietro ricorre al controsterzo nei curvoni di appoggio perché la sua Suzuki non ne vuole sapere di mantenere il posteriore in trazione. Quando arriva l'ultima staccata prima del motodrome, Kevin viene risucchiato dalla scia del rivale, esce di traiettoria e si aggrappa ai freni in una preghiera: la moto sbandiera all'impazzata, ma pure così all'interno, il texano riesce a chiudere la curva davanti. C'è poi un'ultima uscita alla garibaldina sul rettilineo finale, l'anteriore che spadella di qua e di là, ma Rainey è battuto, per soli 16 millesimi.


Un marchio di fabbrica
D'altronde la staccata è sempre stata il vero tratto distintivo del campione americano: cosa ci si può aspettare da uno che ha pronunciato la seguente frase: “Aspetto che il panico cresca, quando la paura si tramuta in visioni celestiali inizio a staccare…”. Ecco, solo così si può spiegare l'incredibile sorpasso di Hockenheim 1991.
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