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I campioni della MotoGP: Casey Stoner, il re della velocità

Il pilota australiano ha regalato il primo mondiale a Ducati nel 2007 e si è ripetuto quattro anni dopo su Honda. La sua capacità di guidare ogni moto oltre il limite era impareggiabile, ma lo stress della gare ad alto livello lo ha portato al ritiro a soli 27 anni

La terza puntata del nostro viaggio nella storia dei campioni della MotoGP ci porta a rivedere la carriera di Casey Stoner, che per due volte ha vinto il titolo della classe regina, unico pilota insieme a Valentino Rossi a esserci riuscito con moto diverse.

 

Rolling Stoner

Chi ha buona memoria dell'anno da rookie di Casey, ricorda l'appellativo di Rolling Stoner, che gli viene affibbiato per via della sua tendenza a cadere con una certa frequenza. Ma nella sua stagione alla corte di Lucio Cecchinello, l'australiano impressiona anche e soprattutto per la velocità espressa e la capacità di andare forte senza quasi toccare la moto in fase di set-up, come avvenne al debutto. “Saltò su una moto che non conosceva, aveva anche perso i test pre season e dormito sul pavimento dell'aeroporto – ricorda il team manager HRC-. Non parlò nemmeno con i meccanici e fece il miglior tempo”. Stoner insomma fa la pole position alla sua seconda gara in MotoGP, il primo podio alla terza e convince Ducati a scommettere su di lui. Forse il passaporto australiano ha un suo ascendente sui manager di Borgo Panigale, ma nessuno può immaginare cosa succederà l'anno dopo.

 

Un anno magico

Il 2007 segna il debutto delle 800cc in classe regina, Ducati riesce a sfruttare la grande cavalleria del suo Desmo in una moto finalmente guidabile. La GP7 viene progettata per lavorare al meglio con le gomme Bridgestone e il talento di Casey pensa a tutto il resto: 10 vittorie e altri 4 podi in campionato, la resistenza di Valentino fiaccata gara dopo gara, tanto da conquistare il mondiale già in Giappone, al quart'ultimo gp del campionato.

 

Fuoriclasse senza eguali

Stoner fa gara a sé: anche nell'anno del titolo, il suo compagno di squadra non riesce a far meglio che vincere una gara, e si tratta di Loris Capirossi, non proprio uno scarso. Nelle stagioni successive “trita” piloti di altissimo livello come Marco Melandri e Nicky Hayden, si impone in altre 13 gare, ma non sente il supporto della casa. Casey fatica a comunicare con il team e con il mondo delle corse, la sua mente oscilla tra propositi di ritiro e voglia di cambiare aria. Infine decide di accettare l'offerta della Honda, scelta azzeccatissima.

 

La giusta ricompensa

Solo dopo la sua partenza da Borgo Panigale in Ducati si rendono conto davvero del valore della perdita, e mentre Rossi cerca di sopravvivere in sella alla Desmosedici, Casey vince a ripetizione con la RC212V. Fa suo il mondiale 2011 con 10 vittorie e 6 podi (meglio che nel 2007) e sembra destinato a dominare la classe regina per ancora molti anni. In fondo ha solo 26 anni e in HRC viene venerato dal presidente Nakamoto. Il 2012 inizia sulla falsariga dell'anno precedente, ma già a maggio Casey comunica al mondo che si ritirerà dalle corse. Giornalisti e addetti ai lavori presenti in conferenza stampa a Le Mans credono di sognare, e invece è tutto vero. Troppo stress, zero divertimento: Stoner, che guida le moto dall'età di due anni, decide che nella vita vuole fare altro.

 

Una decisione definitiva

Negli anni successivi il suo nome viene a più riprese associato alla possibilità di un ritorno alle gare, per lo meno come wild card. Ma la sua attività di tester, prima per Honda e poi per Ducati, non si tradurrà mai in un rinnovato impegno agonistico. E pure come collaudatore non viene troppo apprezzato: Marquez non sembra gradirlo, in Ducati non lo possono tenere come riferimento perché va forte con qualsiasi moto e rischia di far fare brutta figura ai piloti ufficiali nel confronto.

Stoner oggi va a pesca, fa qualche ospitata, si dedica alle figlie ottenute dal matrimonio con la bella Adriana, l'amore della sua vita. C'è chi dice che sarebbe ancora un pilota velocissimo, ma non lo sapremo mai...

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