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Dovizioso in Yamaha?

La love story tra Dovizioso e Ducati è finita e non è più una novità. Quel che c'è di nuovo sono i rumors intorno a quel che farà in futuro il pilota italiano, tra la "non-notizia" dell'addio alle corse di Valentino e la possibilità che possa diventare addirittura lo sviluppatore della Yamaha
Andrea Dovizioso è uno dei protagonisti degli ultimi mondiali, l’unico che è riuscito a dar fastidio all’otto volte campione del mondo Marc Maquez. Eppure, nonostante questo, nonostante il binomio Dovizioso-Ducati sia stato la rivelazione degli ultimi due anni, un duo che è cresciuto assieme in modo esponenziale ponendosi come seconda forza del Motomondiale, per questa “coppia” la stagione 2020 sarà l’ultima che vivranno insieme.

Andrea e il suo futuro incerto?
Ormai è noto da tempo come “D-D” non siano riusciti a trovare l’accordo per prolungare il loro “matrimonio” , resta da capire che cosa farà il pilota forlivese, nel senso che Andrea e il suo manager Simone Battistella stanno valutando varie possibilità, tutte buone ma nessuna certa. KTM nega possibili contatti, potrebbe esserci la strada Aprilia (prenderebbe il posto di Andrea Iannone) che sfrutterebbe le ottime doti di sviluppatore di Dovizioso per far fare un salto evolutivo alla sua moto. Oppure, fresca, fresca è anche l’ipotesi che il pilota italiano possa prendere in considerazione anche la possibilità di diventare uno sviluppatore, un tester-collaudatore per una delle principali Case partecipanti al Mondiale. Dopo aver smentino la falsa notizia sull'addio alle corse di Valentino Rossi e il "vuoto" che avrebbe creato all'interno del team Petronas, le voci dicono Yamaha, visto anche l’inutilizzo della stessa di Jorge Lorenzo, soluzione che ha già trovato il riscontro positivo di Valentino Rossi, anche perché i due piloti italiani hanno uno stile di guida piuttosto simile.

Contano di più i numeri
A non essere contenti di questa situazione sono certamente i tifosi dell’azienda di Borgo Panigale, così come un ex della scuderia bolognese, campione del mondo nel 2007 proprio in sella a una Desmosedici. Scriviamo di Casey Stoner, che oltre ad essere famoso per il suo talento e per la manetta sempre spalancata, lo è altrettanto per il suo carattere schietto e diretto. Il pilota australiano, infatti, è stato uno dei primi a sottolineare come Ducati non sia nuova a comportamenti di questo tipo. Secondo il due volte campione del mondo, Ducati avrebbe dovuto fare di tutto per tenersi il pilota italiano, uno degli artefici della crescita tecnica della Desmosedici e l’unico, tra i piloti Ducati, in grado di portare alla vittoria la “rossa”. Ma come ben sa, all’interno della casa bolognese i piloti non sempre vengono ascoltati, anzi, soprattutto se le loro sensazioni non sono in linea con l’idea di moto che si è voluta mettere in piedi e, ancor di più, se sono contrastanti con i dati rilevati dagli strumenti.
Una situazione che Stoner conosce bene (che nel 2018, per pochi mesi è stato anche consulente nello sviluppo della moto), così come molto bene è nota a Dovizioso, che ha deciso di non continuare la sua “storia” con Ducati anche per gli immancabili “scontri tecnici” che si sono avuti durante la sua permanenza nel team. Ogni anno Andrea Dovizioso si è sentito messo in discussione, specie sull’aspetto di sviluppatore - uno dei suoi punti di forza - per poi sentirsi nuovamente al centro del progetto una volta convinti gli ingegneri che i loro numeri contavano meno delle indicazione fornite dal pilota italiano.
A favore di questa tesi possiamo anche ricordare i due anni di Lorenzo in Ducati, dove ha iniziato a gareggiare come lui sa fare quando nel team gli ingegneri hanno iniziato ad ascoltarlo e fornirgli quelle piccole modifiche di cui aveva bisogno. Ma ormai era troppo tardi, il feeling tra il team e il pilota si era consumato, era logoro. Proprio come a suo tempo per Casey Stoner ed ora per Andrea Dovizioso.
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