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Casey Stoner: “Basta elettronica nella MotoGP”

MotoGP news – L'australiano ha raccontato cosa non gli piace della MotoGP attuale e cosa cambierebbe nei regolamenti tecnici, come suo solito è stato assai poco diplomatico...

Casey Stoner nella sua carriera ha disputato solo sette stagioni in MotoGP ma ha decisamente lasciato il segno. Sia perché ha vinto il primo titolo MotoGP per Ducati, nel 2007, sia per il suo modo straordinario e irripetibile di guidare. Nel 2012, a soli 27 anni, ha annunciato il ritiro dal mondo delle competizioni per godersi la famiglia e non avere più lo stress delle corse che viveva in maniera viscerale. In occasione del festival GoodWood l’australiano ha detto la sua sulla MotoGP attuale e come suo solito è stato piuttosto diretto: “Bisogna mettere fine a tutte le cavolate: niente ali, niente holeshot, niente controllo anti-impennata, controllo di trazione ridotto al minimo. I costi devono scendere e gli standard devono durare dieci anni in modo che i produttori con le prestazioni peggiori possano recuperare il ritardo”.

Stoner contro l'elettronica
Lui stesso ammette che non segue più così assiduamente la MotoGP: “A causa di alcuni lavori che sto facendo a casa non ho televisione. Le gare le guardo solo quando mi capita”. I problemi secondo Stoner sono parecchi: “Io eliminerei l'eccessiva ricerca tecnologica, basta una regola che vieti tutto e che sia scritta in modo che nessuno possa aggirarla”.

Troppa tecnologia rovina lo spettacolo: “I piloti difficilmente hanno problemi a controllare la moto, nonostante siano potentissime. Spalancano il gas di una motocicletta da 280 CV e invece di volare in aria non succede nulla. Per quanto ami le corse, questa evoluzione mi delude. Abbiamo più elettronica della Formula 1 e tutto questo deve finire”. Questa è proprio un’area su cui lui stesso da pilota insisteva parecchio: “Io non ho mai amato l’elettronica, chiedevo ai miei uomini di limitare tutto al minimo indispensabile”. Praticamente il contrario di cosa sta succedendo oggi, ma di Stoner c'è n'è solo uno...

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