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Aprilia e il nuovo telaio: l'eterno ritorno del carbonio

Noale sta sperimentando una soluzione che mira a sfruttare la riduzione del peso e la rigidezza del materiale, ma non è una novità: già negli anni '80 ci furono i primi tentativi e nel 2009 Ducati lo portò in gara con Casey Stoner

Aprilia ha già messo in pista un prototipo della RS-GP dotato di telaio in carbonio, una moto sperimentale testata da Lorenzo Savadori, non destinata nel breve a fare la sua comparsa in gara ma dalle interessanti potenzialità. Le prove continueranno e forse già a Misano, tra due settimane, rivedremo la novità di Noale al vaglio dei piloti.

 

Una zona franca

L'attuale regolamento della MotoGP è piuttosto restrittivo in varie aree, come il motore e l'aerodinamica, mentre lascia totale libertà di intervento per quanto riguarda il telaio. Ed è proprio in questo settore che è intervenuta Aprilia, con Lorenzo Savadori in pista a Misano in un caldissimo agosto.

Marco De Luca, “padre” del progetto, ha voluto riprendere un concetto che era stato riposto nel cassetto: i progettisti del telaio della RS-GP hanno rinunciato alla costruzione in metallo per passare ai compositi, senza certe esasperazioni che aveva la Ducati, ultima in ordine di tempo a provare questa soluzione nel 2009.

Due gli aspetti che hanno portato a compiere questa piccola rivoluzione: il peso minore e la maggiore rigidezza che il telaio in carbonio permette di raggiungere. Si passa infatti da un telaio perimetrale in alluminio caratterizzato da spessori variabili del metallo, ai materiali compositi con fibre orientate in modo specifico con resine dalle diverse caratteristiche. Il nuovo filone di ricerca è facilitato dall’evoluzione dei sistemi CFD che consentono simulazioni al computer, facilitando il lavoro rispetto al passato.

 

Una tradizione di lungo corso

Come per molte innovazioni, l'ispirazione arriva dalla Formula 1: negli anni '80 era stato John Barnard a introdurre il telaio in carbonio sulla McLaren, a stretto giro vennero fatti degli esperimenti anche nel motomondiale.

Nel 1984 Niall Mackenzie portò in gara ai gran premi di Gran Bretagna e di Svezia una Armstrong/Rotax 250 con telaio in fibra di carbonio realizzato dalla Reynard Motorsport, un costruttore di auto da competizione. Nello stesso anno HRC costruì una versione aggiornata della NR500 con un telaio interamente in fibra di carbonio, ma oltre al telaio erano realizzati in carbonio anche il forcellone, le ruote, i cursori della forcella, i freni ed i silenziatori. La moto però rimase un esercizio tecnico, dato che Honda già dominava nel motomondiale con la NS500.

Nel 1990 la Ferrari Engineering di Piero Ferrari costruì un interessante telaio in fibra di carbonio per la Cagiva C590, Randy Mamola lo testò al gran premio di Cecoslovacchia ma lo bocciò, ritenendolo troppo rigido.

 

Tra Stoner e Valentino

L'esempio più importante nell'utilizzo di un telaio in carbonio rimane però legato a Ducati, con la GP9. Questo prototipo, pur mantenendo il motore in funzione portante, abbandonò il telaio in traliccio di tubi per sostituirlo con una monoscocca in fibra di carbonio che fungeva anche da airbox. La Desmosedici vinse sette gare tra il 2009 e il 2010, tutte con Casey Stoner. Questa soluzione venne portata anche sulla GP11, ma Rossi non la gradì mai particolarmente e già durante l’ultima parte della stagione fu sostituita da uno scatolato realizzato in alluminio, per passare infine al più tradizionale doppio trave.

 

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