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Itinerari in moto: la Val Trebbia

Fiume cristallino, scorci incontaminati e panorami da lasciare senza fiato. È il fascino della Val Trebbia, che incantò anche Hemingway: da assaporare attraverso un nastro d’asfalto che si snoda sull'alto Appennino  

È il momento di raccontarvi della Val Trebbia, ancor più nello specifico, dopo aver già raccontato dei vicini passi, del Penice e del Brallo. Si tratta infatti di una delle mete più ambite dagli amanti delle due ruote, ma tuttavia incontaminata e a tratti selvaggia, sotto il profilo paesaggistico. Caratteristiche che affascinarono anche il gigante della narrativa statunitense Ernest Hemingway (in visita in queste zone nel ‘45), e che rendono questa porzione di Appennino, incastonata tra le province di Piacenza, Genova e Pavia, ideale per chiunque voglia pennellare lunghe sequenze di curve. Oppure godersi un moto-turismo tranquillo e rilassante, a partire dal basso piacentino e fino a raggiungere il capoluogo ligure (o viceversa), sfiorando l’alto Oltrepò Pavese (PV), dove avviene la congiunzione con il versante che affaccia sulla Valle Staffora. 

Da Piacenza a Genova… e ritorno!

Consideriamo ora il “tour tipo” in tutta la sua estensione, proprio a partire da Piacenza: è necessario imboccare la Strada Statale 45, principale direttrice che porta verso il Mar Ligure. Il primo tratto ha una pendenza dolce, è piuttosto dritto e scorre rapidamente fino a raggiungere il vivace borgo di Bobbio, prima tappa obbligata, dopo 40 Km. Già nominato Borgo più Bello d’Italia nel 2019, paese natale del regista Marco Bellocchio e già sede dell’Abbazia di San Colombano (evangelista irlandese, peraltro patrono dei motociclisti) che vi si stabilì nel VI secolo. Lì, un panino con la famosa coppa piacentina, passeggiando per le viuzze e per il romanico Ponte Gobbo (conosciuto anche come Ponte del Diavolo), non si nega a nessuno. Si prosegue poi sulla SS45 inanellando i paesi di Marsaglia, Ponte Organasco e Ottone. Il manto stradale è ottimo, si guida “in quota” tra sequenze di curve differenti, ammirando la gola del fiume Trebbia. Non si tratta di una strada normalmente trafficata, ma nei weekend e durante la bella stagione si popola di bikers di ogni genere (purtroppo non tutti assennati, nel grande numero). Dunque, come sempre, prudenza!

Il ponte Gobbo o ponte del Diavolo di Bobbio

Direzione Riviera Ligure

Continuando sempre sulla 45, non mancano certo gli agriturismi, che offrono dal tipico gnocco fritto, ai pisarei (gnocchetti a base di pane raffermo) e alle specialità a base di funghi (in stagione) a mano a mano che ci si avvicina al genovese. La provincia ligure si varca con il comune di Gorreto, in una discesa al mare che si fa più “chiusa” nella vegetazione abbondante e che gode sempre di un buon asfalto. Al raggiungimento dei 100 km tondi si arriva a Torriglia, dove permangono i resti del bastione difensivo (millenario) delle famiglie feudali Malaspina, Fieschi e Doria. Il mare è a un passo, o quasi! Mancano infatti solo 30 Km al centro di Genova dove, anche qui, un pezzo di buona focaccia o un po’ di sana cucina di mare, non fa male a nessuno. Dalla Città della Lanterna si può far ritorno tanto imboccando l’autostrada quanto ripercorrendo in senso inverso il percorso appena descritto. Con più tempo a disposizione, un’alternativa valida è quella di muoversi verso Levante per imboccare la Val D’Aveto all’altezza di Chiavari, e correre paralleli alla già percorsa Val Trebbia nel fare ritorno in Emilia…

Variazioni di percorso - Oltrepo Pavese

Come già accennato in apertura e approfondito in altri articoli, anche l’Oltrepo Pavese viene toccato dalla Val Trebbia. In questo senso, potrebbe costituire proprio un punto di snodo per versione “ridotte” di questo itinerario. Specie dal momento in cui offre variazioni significative (e meritevoli) tanto dal punto di vista del percorso, quanto dei luoghi di interesse storico, enogastronomico e paesaggistico. Per saperne di più:

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