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TT 2013: la moglie ricorda e saluta Yoshinari Matsushita

La moglie Chieko ha scritto una toccante lettera ai fan del pilota giapponese deceduto nel corso delle prove del TT 2013. Con una grazia, dedizione e attaccamento al compagno che riassume, in poche righe, molta della complessa cultura giapponese

Ciao, Matsu

"Prima di tutto, chiedo scusa di cuore per questa dolorosa conseguenza a tutti coloro che hanno sostenuto il sogno di Yoshinari Matsushita e gli hanno fornito supporto e incoraggiamento a vario titolo. Prendere parte al Tourist Trophy era, ad ogni modo, ciò che aveva sempre desiderato. Ritengo che sia profondamente grato per avere potuto prendervi parte per quattro volte, come desiderava. Prego voi tutti di accettare i miei sinceri ringraziamenti". E' velata di tristezza l'inizio della lettera con cui Chieko Matsushita, moglie di Yoshinari, saluta i tifosi del pilota giapponese, scomparso durante le prove del Tourist Trophy 2013. Dignitosa con quella grazia che può essere solo nipponica: chiedendo scusa per le conseguenze di ciò che è successo, quasi tralasciando il fatto in sé, che pure la ha privata del compagno di vita.
 

L'ultimo samurai a cadere

"Meglio accettare una sfida ogni volta che te la senti, in modo da non avere rimpianti nella vita, perché nessuno sa quando si muore". Questa la filosofia di Yoshinari Matsushita, riportata da Chieko. Quella di ogni pilota, verrebbe da dire, ma è anche quella di un samurai. Composto come un samurai, timido come vuole lo stereotipo del giapponese, era benvoluto nel paddock, perché nelle corse su strada il clima è diverso dalla pista. Yoshi "Era un pilota davvero popolare, con un gran numero di amici nel paddock - questa la nota di Gary Thompson, direttore di corsa del TT -, era un personaggio genuino e amichevole, aveva sempre tempo per tutti. Ci mancherà…”.
 

Quarantanove giorni

"Mi sono sempre opposta alla sua partecipazione al Tourist Trophy, ma allo stesso tempo amavo il suo modo di pensare e sono stata sempre con lui". Continua Chieko, per Matsu lo Shonanoka è già passato: è il settimo giorno dopo la morte, in cui sutra e preghiere sono rivolte al defunto. Ma la sua anima è ancora presente: lo abbandonerà nel giorno del Shiju-kunichi, il quarantanovesimo dopo la dipartita. La famiglia Matsushita, cittadina del mondo e ospite dell'Isola di Man, è profondamente giapponese, anzi, nipponica: nel dolore, nella celebrazione e nella dignità. 
 

Il testo della lettera

"Prima di tutto, chiedo scusa di cuore per questa dolorosa conseguenza a tutti coloro che hanno sostenuto il sogno di Yoshinari Matsushita e gli hanno fornito supporto e incoraggiamento a vario titolo. Prendere parte al Tourist Trophy era, ad ogni modo, ciò che aveva sempre desiderato. Ritengo che sia profondamente grato per avere potuto prendervi parte per quattro volte, come desiderava. Prego voi tutti di accettare i miei sinceri ringraziamenti"

Yoshinari deve sentirsi amaramente deluso perché non ha potuto completare il TT di quest'anno, nonostante tutti gli incoraggiamenti e gli aiuti ricevuti e penso che ora voglia chiedere scusa direttamente a ciascuno di voi.

La gente nei box e nel paddock e i membri del team sono tutti gentili e immagino che Matsu si sentisse bene sull’Isola di Man. Come mi aveva detto, l’isola è un luogo magnifico, con una natura spettacolare. Il tempo era piacevole al nostro arrivo e pensavo che fosse un bel posto per un viaggio in moto.


Era la prima volta che assistevo al Tourist Trophy  e sono rimasta sorpresa dalla velocità delle moto. Ad essere onesta, vedendo la gara con i miei occhi, mi sono domandata come potesse davvero disputare una gara così pericolosa. Ma l’atmosfera nei villaggi, la gentilezza della gente, tutto questo rende meraviglioso quel luogo. Io ringrazio Matsu per avere permesso a me e a nostro figlio di venire qui.

Matsu diceva "Meglio accettare una sfida ogni volta che te la senti, in modo da non avere rimpianti nella vita, perché nessuno sa quando si muore". Diceva anche che una delle ragioni per cui continuava a correre, malgrado non fosse più un giovane
(aveva 43 anni ndr), era che voleva trasmettere alle nuove generazioni il desiderio di realizzare i propri sogni.

Io mi ero personalmente opposta alla sua partecipazione al Tourist Trophy, ma ala stesso tempo amavo il suo modo di pensare e lo comprendevo.

Sarei felice se le persone che ha ispirato e che avevano condiviso con un sogno comune potessero continuare il sogno.

Ci tengo a esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che gli sono stati vicini e l’hanno aiutato nel corso della sua vita. A nome di mio marito, Matsu, grazie.


Sinceramente
Chieko Matsushita

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