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MotoGP 2013, Ben Spies: "A Indianapolis ci sarò"

Il pilota del team Ducati Pramac rientrerà a Indy dopo l'infortunio alla spalla patito a Sepang lo scorso anno. Ben ha voglia di dimostrare il proprio valore e non si nasconde: il prossimo anno una Ducati ufficiale sarà libera e il pilota del Tennessee la guarda con grande interesse
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Pronto al rientro

Ben Spies morde il freno: infortunato lo scorso anno a Sepang, è tornato - con il senno di poi - troppo presto in sella a inizio stagione 2013, dopo un paio di gare si è dovuto fermare. Lo hanno sostituito prima Michele Pirro e poi Alex De Angelis. Adesso "Elbows" (così è soprannominato per la caratteristica posizione dei gomiti durante la guida) è prontio, sarà a Indianapolis per dimostrare il suo valore. Lo ha raccontato a superbikeplanet, che vi riproponiamo pressoché integralmente.

Come stai?
"Veramente bene. Come sappiamo, è stato un anno duro, e in molti non sanno quanto lo sia stato realmente, perché molti non sono dottori. Non lo ero, e non lo sono, nemmeno io. Pensavo di potere tornare molto più velocemente di quanto in realtà potessi. Se si chiede a qualcuno che si è infortunato, e io lo ero veramente in maniera grave, la risposta è sempre “Sì, tornerò presto”. Per me sono stati gli otto mesi più difficili mai capitati. Quando ho iniziato a sentirmi meglio? Diciamo da un mese e mezzo a questa parte. Come ho detto, adesso sono contento di come si siano messe le cose. Mi sento pronto a salire di nuovo in moto. A Indy posso andarci al 100% e iniziare da lì la mia stagione".

Cosa hai fatto a partire da Austin per la riabilitazione?
"Un sacco di cose, l'ho fatta a Dallas in uno dei migliori centri degli Stati Uniti. Ho proceduto per singoli passi: lavoravo su qualcosa con due persone speciali, se andava bene passavo alla fase successiva, altrimenti la ripetevo. Ho dato il massimo".

Quindi a Indy ci sarai, in definitiva?
"E' la prima volta che posso veramente tornare in sella a una moto. Adesso sono un po' impacciato, perché è molto che non guido una MotoGP. Ma posso andare a Indy per riabituarmi alla velocità, e non per chiedermi chiedermi 'come regge la mia spalla?' e 'quanto posso spingere forte con questa spalla?”'oppure 'quanto mi farà male dopo questa sessione di prove?'. Torno per un recupero graduale".

Strano, comunque. Lo scorso anno ad Assen hai registrato il tuo ultimo miglior tempo in prova, adesso non guidi da mesi...
"Se penso allo scorso anno, è stata una stagione orribile sotto mille punti di vista.  Eppure lì, dove le cose non sono andate per il verso sbagliato, eravamo veloci. Ad Assen eravamo con i più veloci, a lottare per il podio. E siamo stati traditi da una gomma. A Laguna Seca idem, fino a quando si è rotto il supporto dell'ammortizzatore. A Barcellona potevo vincere, ma ho fatto un errore. E' stato un anno strano, fino al momento dell'incidente che mi ha posto fuori dai giochi e condizionato per la prima metà di questa stagione".

Un'analisi dell'ultimo anno in Yamaha?
"Sono vent'anni che corro, ormai, e sono un pilota professionista dal 2000 o giù di lì. Ho fatto bene e sono entrato nel libro dei record nella Superbike americana, nel Mondiale Superbike. Ho fatto bene in MotoGP. Nel nostro primo anno con la Yamaha, tre o quattro gare ed eravamo già sul podio, quindi abbiamo fatto buone cose. L'anno dopo è stato uno schifo. Da lì ne ho sentite mille sul mio conto: che il mio infortunio non era reale e che stavo a casa perché avevo voglia di farlo, che mi ero ritirato, che mi ero sposato. Insomma, di tutto. In realtà, negli ultimi tempi sono solo rimasto a casa per recuperare al 100%. Con la Ducati ho parlato con costanza: loro conoscono le mie reali condizioni".

La mente come reagisce all'infortunio?
"Non hai molto tempo per pensare, e quando ti fai male, ovviamente guardi prima all'aspetto negativo, prima che a quello positivo. Quando ti alzi e le spalle fanno male, e sai che devi fare rieducazione, stai male. Specie se guardi le MotoGP e le altre gare. Ma quando ritorna in te lo spirito competitivo e la voglia di rientrare, beh, mentalmente ti senti più forte".

Ad Hayden non è stato rinnovato il contratto. Che opportunità ci sono per te in Ducati?
"Con la Ducati ho un contratto di due anni: una cosa che può suscitare innumerevoli voci! [ride]. Potrebbe trattarsi dell'AMA, potrebbe essere il Mondiale Superbike. Potrebbe essere una moto ufficiale, così come un team satellite. Ma sono felice. Sento che il team Pramac mi sta costantemente dietro: è un grande team. In questo momento la Ducati sta parlando, ne sono scuro, con Crutchlow, che sta parlando con tanti: sta facendo bene, ed è un onore confrontarmi con lui. Se non firma con la Ducati, e ovviamente Nicky non resta, certo che c'è una possibilità per me di accasarmi lì, sulla moto ufficiale. Non ne abbiamo parlato, ma mi sembra una conseguenza logica. Ad ogni modo, che io sia con Pramac o con la Ducati ufficiale per il prossimo anno, va bene. Aspettiamo e vediamo..."

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