La CB 1000 R è prima “vera” naked sportiva della Honda, dopo il tentativo (non troppo convinto) della Hornet 900 di qualche anno fa. Stavolta i richiami alla sorella “piccola” si limitano all’impostazione generale: come la Hornet, la CB 1000 ha linee tese e spigolose, un motore da supersportiva (il quattro cilindri di 998 cm₃ della CBR 1000 RR modello 2007, campione del mondo SBK con James Toseland) depotenziato per avere più vigore ai medi regimi e una ciclistica sportiva ma non esasperata, con le masse spostate al centro della moto per favorire la maneggevolezza. Costruita nello stabilimento Honda di Atessa (Chieti) con standard qualitativi analoghi ai prodotti “made in Japan”, la CB 1000 R è offerta a un prezzo interessante, considerate le sue doti. Esiste anche la versione con impianto antibloccaggio C-ABS, come sempre consigliabile per motivi di sicurezza anche se fa salire il prezzo a ben 10.650 euro.

Su strada

Sembra di guidare una grossa motard: si sta a ridosso del manubrio, col serbatoio stretto tra le gambe e le pedane poste alla giusta distanza dalla seduta. Una posizione “d’attacco”, ma per nulla affaticante.  Il motore ha un’erogazione regolare già a 2.000 giri e da lì spinge con vigore costante fino alla zona rossa, in maniera sempre fluida e senza mettere mai in difficoltà il pilota. Eccellente la ciclistica che assicura sempre un buon controllo, e pure la maneggevolezza: la CB pesa poco, ma grazie alla corretta distribuzione dei pesi sembra ancora più leggera. Cambio e frizione sono morbidissimi; assenti le vibrazioni.  

In autostrada

La stabilità e la tenuta di strada sono eccellenti. Ma la posizione di guida a ridosso del largo manubrio e la mancanza di protezione dall’aria (a parte la piccola “unghia” sopra il faro, utile solo per l’estetica) costringono a stare completamente esposti all’aria: già a 130 km/h si fatica, e le cose peggiorano osando andature più elevate. A parte questo difetto, comunque comune a tutte le grosse naked, il comportamento è più che buono: le sospensioni sono ben accordate, l’impianto frenante unisce una potenza di tutto rispetto a una buona modulabilità.

In città

Con la CB 1000 R si può affrontare senza problemi il traffico più intenso: il ridotto raggio di sterzo permette di fare manovra nello spazio di un fazzoletto, il baricentro basso fa quasi “sparire” i 200 kg della moto. Grazie al tiro del motore si può ridurre al minimo l’uso del cambio, peraltro sempre preciso e morbido (come la frizione). Ben a punto le sospensioni che, grazie alla buona scorrevolezza, assorbono come si deve buche e tombini. Sotto controllo infine i consumi, con una percorrenza media di circa 17 km/l. Niente male, viste le prestazioni del motore.

Velocità massima (km/h)	227,6
Accelerazione	secondi
0-400 metri	11,7
0-1000 metri	21,9
0-100 km/h	3,8
Ripresa (da 50 km/h)	secondi
400 metri	12,2
1000 metri	22,6
Potenza massima alla ruota
CV/kW	109/81,4
Giri al minuto	9100
Frenata	metri
Da 100 km/h	37,3
Consumi	km/l
Autostrada	12,8
Extraurbano	25,5
A 90 km/h	24,4
A 120 km/h	14,6
Al massimo	9,8
Autonomia	km
A 120 km/h	248
Al massimo	166