Appena si monta in sella si percepisce subito la posizione sportiva, ma corretta: è piuttosto d’attacco, cioè caricata in avanti per “sentire” la ruota. Il comfort è comunque buono, col pilota ben “inserito” nella moto e protetto dall’aria. Tanto spazio anche per il passeggero, che non ha niente di cui lamentarsi. La tenuta di strada è ottima: sicura, stabile e maneggevole, sembra di guidare una sportiva da pista, ma col manubrio alto. Il bicilindrico della Multistrada 1260 ha un’erogazione fluida e regolare ai bassi e medi regimi e in generale è molto più “educato” del 1200 delle precedenti versioni. Ma resta un motore Ducati con un’indole sportiva e un’erogazione piena e corposa tra i 3 e i 6.000 giri: se si spalanca il gas i suoi 143 CV (rilevati alla ruota) sembrano molti di più. La Ducati vanta una coppia massima di 117,9 Nm a 7.700 giri e il pilota deve impegnarsi a fondo per tenere sempre il mezzo sotto controllo.
La Ducati è imbattibile nei percorsi guidati e nel misto stretto, grazie alla maneggevolezza e alla rapidità degni di una supermotard. Il motore però è da supersportiva e urla come una moto da pista! Il cambio è morbido e preciso negli innesti anche quando si alza il ritmo, come quelli delle “rosse” da pista. L’impianto frenante è come quelli delle superbike di Borgo Panigale: basta un dito per fermarsi in pochi metri.
La Multistrada sfoggia un cupolino basso e rastremato, bello da vedere ma non efficacissimo in autostrada. Utile e ben fatto invece il cruise control, tra l'altro di serie. I consumi sono discreti: con una andatura ragionata si riesce a tenere una media di 17,3 km, ma se si insiste sull'acceleratore il discorso cambia decisamente. Nonostante la cavalleria, grazie alla mappa Urban la Ducati diventa utilizzabile senza problemi anche nel percorso casa-ufficio, anche se il motore Ducati va tenuto sopra i 2500-3000 giri. La maneggevolezza è buona, nonostante il peso in ordine di marcia superiore ai 230 kg.