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Micromobilità: a Parigi la prima vittima su un monopattino

Uno scontro con un camion è stato fatale a un giovane parigino a bordo di un monopattino elettrico. Un decesso che segue una lunga serie di feriti e riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale dei veicoli utilizzati per la cosiddetta micromobilità. Un problema che colpisce non soltanto la capitale francese, ma tutte le città dove si sono diffusi i servizi di sharing con monopattini e mezzi simili
Oltre 20.000 mezzi in città
È un ragazzo di 25 anni di Parigi la prima vittima stradale di un incidente in cui è stato coinvolto un monopattino elettrico nella capitale francese. Fatale uno scontro con un camion nella notte di lunedì 10 giugno, impatto che, secondo i primi rilevamenti, sarebbe avvenuto per il mancato rispetto della precedenza da parte del ragazzo. Un decesso che si aggiunge ai numerosi feriti già riscontrati in città, sia tra gli utilizzatori dei mezzi di micromobilità sia tra i pedoni. Tra le vittime celebri del recente passato anche Isabelle Albertin, pianista dell’Opera di Parigi, investita da un “rider” elettrico mentre camminava sul marciapiede in una zona centrale della capitale e che ha riportato un frattura multipla al braccio. Eventi che hanno riacceso l’attenzione sulla sicurezza per la nuova mobilità. Un tema sempre più d’attualità in città come la capitale francese, dove ai mezzi privati si aggiungono circa 20.000 veicoli messi a nolo dai 12 operatori di servizi in condivisione di Parigi, numero che potrebbe raddoppiare entro fine 2019.

La Carta di buona condotta
Il previsto aumento dei mezzi potrebbe aggravare una situazione già difficile, inducendo Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, a cercare delle soluzioni per limitare il computo settimanale dei feriti. Il primo intervento delle scorso maggio è stato creare una “Carta di buona condotta” da fare sottoscrivere alle società di sharing per cercare di convincere i clienti ad adottare comportamenti civili, come il procedere a velocità moderata tra la gente o il divieto di usare i marciapiedi. Comportamento, quest’ultimo, per altro sanzionato con l’introduzione di una norma ad hoc. Altri provvedimenti allo studio sono quelli di limitare la velocità a 8 o 20 km/h a seconda della zona e dell’orario e di vietare il parcheggio “selvaggio”. Proposte più radicali sarebbero di limitare il numero di operatori a tre per ridurne la diffusione, se non di vietare del tutto l’uso dei veicoli di micromobilità.

11 morti in USA...e ora tocca all’Italia
Parigi non è la sola ad avere problemi con monopattini, hoverboard e affini. Nelle oltre 100 città del mondo dove sono attivi servizi di condivisione di veicoli della micromobilità si registra un crescente numero di incidenti, molti con feriti. Secondo una studio della Associated Press nei soli Stati Uniti, dove si contano 38,5 milioni di corse all’anno, nel 2018 si sarebbero contati 11 decessi, nove dei quali a bordo di un mezzi in sharing. Altre vittime si sono avute in altri luoghi, tanto che in Francia il ragazzo parigino è il sesto morto sul territorio nazionale.
Il problema che presto potrebbe coinvolgere l’Italia, dove da poco un decreto ha regolamentato la micromobilità elettrica dando il via libera alla sperimentazione. Opportunità colta con l’avvio numerosi servizi, come HelbizGo a Milano o Lime a Roma, Firenze, Torino, Bologna e nella stessa città meneghina dove è già stata approvata una regolamentazione comunale per cercare di disciplinarne l’uso. A questi si dovrebbero aggiunge Flash, Mobike, Hive, Dott e Bird che potrebbero approdare in una ventina di località della penisola.

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