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Legge di stabilità 2015 e nuove tasse, altre sorprese per le moto?

Tra le disposizioni della nuova legge di stabilità uno degli aspetti che tocca direttamente il settore moto (e auto) è quello delle modifiche alla regolamentazione dei bolli dei veicoli storici. Ma, a leggere bene, potrebbero esserci ben altri “balzelli” nascosti sotto il nome di clausole di salvaguardia che a partire dal prossimo hanno potrebbero incidere pesantemente su costi di gestione e di acquisto delle moto
Tasse su tasse
La Legge di Stabilità 2015, ancora in fase di approvazione, prevede una serie di misure eterogenee che regolamenteranno la manovra economica del Paese per i prossimi tre anni. Per cercare di risanare i conti dello stato e allo stesso tempo rispettare i (rigidi) paletti economici fissati dall’Unione Europea, il Governo ha prodotto 47 articoli che andranno a colpire differenti aspetti della vita degli italiani. Riguardo quelli che incideranno in maniera diretta sul settore moto/auto citiamo prima di tutto il cambio di regolamentazione per le moto d'epoca: cancellato il bollo ridotto per i mezzi di età compresa tra i 20 e 30 anni, dal prossimo anno si pagherà con le norme "normali". Un’altra modifica riguarderà il giro di vite contro l’evasione dell’assicurazione RC: dal prossimo anno i controlli potranno essere effettuati anche attraverso i dispositivi elettronici (Autovelox, Tutor, Vergilius, accessi Ztl...) che lavorano in automatico. Così ogni dispositivo fisso non solo rileverà velocità o accessi in zone a traffico limitato, ma, sempre leggendo il numero di targa sarà in gradi di capire se esiste una copertura RC per il veicolo associato. Oltre a queste disposizioni però ce ne sono di altre, parecchio pesanti, nascoste sotto la voce Clausola di Salvaguardia. Si tratta di misure ulteriori che entreranno in vigore se non si riusciranno gli impegni presi per il contenimento e i tagli della spesa pubblica. Tra queste clausole ce ne sono di alcune che rischiano di essere l’ennesimo salasso per le tasche dei motociclisti. La prima riguarda le accise sui carburanti, uno dei serbatoi preferito per spremere soldi. Le tasse sulla benzina aumenteranno se non dovesse arrivare il via libera dell’Unione europea allo "split payment", il meccanismo in base al quale sono le Pubbliche amministrazioni a versare l’Iva. Un altro balzello “pesante” che potrebbe colpirci dal 2016 è l’aumento dell’Iva. Se sarà necessario, infatti, il Governo potrebbe intervenire sull’aliquota ordinaria (che in Italia al momento è al 22%) facendola aumentare fino al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e addirittura al 25,5% nel 2018. Una misura pesantissima che andrebbe a incidere pesantemente sul potere d’acquisto (già scarsino) degli italiani (e, per quel che ci riguarda, sui prezi di moto, abbigliamento e accessori). E vista l'attuale immobilità nel settore dell'acquisto del nuovo, un ulteriore rincaro dell'Iva potrebbe essere decisamente deleterio... 
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