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Moto2: Claudio Corti si racconta

Una personalità frizzante e tanta determinazione. Claudio Corti, del Team Italtrans, nel Gran Premio di Francia è salito sul secondo gradino del podio, il primo della sua carriera nel Motomondiale. L’obiettivo? Continuare a raccogliere risultati.

A tu per tu con Corti

Venticinque anni questo mese, originario di Como, Claudio Corti in Francia ha stravolto tutto e tutti, salendo sul podio di Le Mans. La prima grande soddisfazione in due anni di Motomondiale: dopo l’esordio nel 2010 al Gran Premio del Qatar, a Silverstone aveva fatto sua la pole position, ma in gara era scivolato in trentesima posizione. Dopo un 2011 in sordina la nuova stagione e, in Francia, il grande risultato.
Claudio si racconta alla nostra inviata a Montmelò.


Cosa ti ha dato il Motomondiale in questi tre anni?
“Questi anni mi hanno dato davvero molto. Ho accumulato esperienza e sono cresciuto come pilota. Ho avuto la possibilità di conoscere nuove piste, un nuovo ambiente e nuove persone: è un’’occasione unica. Si tratta di un continuo imparare, anche perché il livello è sempre più alto e non si può rimanere indietro”.

Un cambiamento rispetto alle tue esperienze precedenti. Come era Claudio prima di arrivare al mondiale?
“Sono sempre lo stesso (ride ndr), con la differenza che sono cresciuto! Nel 2005 ho vinto il titolo nel Campionato Europeo Stock 600, poi ho fatto tre volte secondo nella Stock 1000, senza però riuscire ad impormi. Poi nel 2010, per una scelta dettata soprattutto dallo sponsor, sono passato al Motomondiale”.

Un cambiamento che comunque avrai preso positivamente…
“Sì, certamente. Ogni pilota sogna di venire a correre nel mondiale”.



Una grande amicizia con il team

Come sono stati i tuoi primi due anni?
“Il primo anno ero con il Team Forward, poi sono passato al Team Italtrans, con cui ho instaurato un bellissimo rapporto. Ormai è quasi più un’amicizia che un rapporto di lavoro il nostro. Germano Bellina mi ha accolto a braccia aperte nel suo team, dandomi a disposizione una squadra completa e una moto performante”.

Poi arriviamo a questa nuova stagione…
“In Qatar è stata dura: non mi piace proprio correre di notte e quel weekend per me è stato molto pesante. A Jerez è stata tutta un’altra cosa: avevamo fatto bene nelle prove ma hanno sospeso la corsa per la pioggia proprio mentre stavo recuperando e cercavo di fare meglio della sesta posizione. In Portogallo, invece, è stato un weekend disastroso dall’inizio alla fine”.

Le cose più belle capitano all’improvviso

E poi il capolavoro in Francia.
“Sì, è stato stupendo! Quando sono arrivato in hotel a Le Mans mi han dato la stanza numero 17 e lì ho pensato “cominciamo bene”. Invece poi non è andata male e sin dalle libere ero sempre tra i primi. Quando domenica mattina mi sono alzato e ho visto che pioveva ero davvero demoralizzato, perché già la pista non mi fa impazzire, in più c’era il tempo che ci stava mettendo anche del suo. Invece poi già dal mattino avevamo visto che potevamo fare una bella gara, in quanto avevamo un bel ritmo ed i tempi erano buoni. E così è stato. Proprio quando meno te lo aspetti, succedono le cose più belle”.

Cosa hai pensato quando hai capito che saresti salito sul podio?
“Niente. Avevo la mente vuota. Dal muretto mi dicevano di dare gas e di andare a vincere. Ho avuto un paio di momenti di panico quando mi sono caduti davanti Corsi e De Angelis, ma poi, quando ho tagliato il traguardo ho ritrovato le gioie che non provavo ormai da due anni”.

Insomma, una grande emozione.
“Sì, anche perché è stato davvero difficile stare concentrati dall’inizio alla fine, soprattutto con le condizioni in cui si stava correndo”.



"Bisogna continuare così"

Finalmente un pilota che porta all’Italia qualche soddisfazione…
“Sono molto contento di aver rotto questo ghiaccio. Spero che da ora in avanti riuscirò a fare delle belle gare, portando a casa altre soddisfazioni. Sarebbe bello continuare sulla scia positiva della Francia: a Le Mans il circuito proprio non mi piaceva, poi invece…”.

Si dice che tu sia un bel festaiolo. Come hai festeggiato il tuo primo podio?
“Praticamente quasi non ho festeggiato perché avevamo l’aereo domenica sera. Una volta finita la gara, giusto il tempo di togliermi la tuta e andati in aeroporto. Una volta a casa ho visto i miei amici più cari, ma senza fare qualcosa di speciale. Questo weekend vengono per la prima volta a fare il tifo per me: speriamo porti fortuna”.

Un allenamento mirato

Com’è la tua giornata tipo a casa?
“Mi alzo la mattina verso le otto e mi alleno in palestra o con la bici. Poi dopo pranzo ancora allenamenti. Inoltre, dalla fine dello scorso anno, il team ha deciso di affiancare ai piloti un preparatore sportivo, Giulio Raimondi. Seguendo le sue tabelle, che sono studiate apposta per preparare noi piloti, mi alleno tutti i giorni, ma non è una cosa pesante e troppo intensiva. Prima mi allenavo davvero molto, ma evidentemente non era un lavoro corretto. Seguendo le sue indicazioni, invece, ho fatto una preparazione giusta, calibrata e focalizzata, e penso che i risultati che sto ottenendo siano la prova del buon lavoro sin’ora svolto”.

L’obiettivo per le prossime gare?
“Puntare alla top five della classifica di campionato, quindi fare più punti possibile. L’appetito vien mangiando! Quindi vorrei vedermi ancora sul podio, ma i due spagnoli Marquez ed Espargarò sono tosti, quindi non sarà facile. Ci sarà da vedersela anche con Luthi, Redding, Iannone. Insomma sarà una bella sfida”.



C’è qualche circuito che ti piace particolarmente?
“In generale mi piacciono le piste veloci. Silverstone, che sarà la prossima gara, è una delle mie preferite. L’anno scorso sono caduto proprio mentre ero secondo ed è stato un vero peccato. Anche il Mugello non mi spiace: spero di tenere alta la bandiera italiana in casa”.

Ricordando Marco e Tomizawa

In tre parole come ti definiresti?
“Aiutami tu(ride ndr)! Simpatico, energico e amichevole”.

Il momento più bello e il momento più brutto di questi tuoi tre anni nel Motomondiale?
“Il più bello è stato quando nel 2010 ho conquistato la pole position a Silverstone. Mentre i momenti più brutti sono quelli legati alla scomparsa di due grandi piloti: Tomizawa e Simoncelli. Non è stato semplice metabolizzare quello che è successo: Tomizawa correva nella mia stessa classe e pochi istanti dopo l’incidente sono passato nello stesso punto. Mentre per quanto riguarda Simoncelli è una cosa che ancora adesso non credo vero che sia veramente accaduta”.

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