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MotoGP 2022, Marquez: “Non ho dolore al braccio, sono motivato”

MotoGP news – La pausa estiva è appena cominciata e Marc Marquez si è raccontato, partendo proprio da quando la quarta operazione era solo una possibilità, arrivando a spiegare come sta oggi, cosa sta facendo e in chi ha trovato un punto di riferimento
Dalla convinzione di potercela fare al momento di arrendersi
L’undicesima prova è stata disputata ad Assen, in Olanda, ed era la terza in cui al via non c’era Marc Marquez, che si è sottoposto all'ennesimo intervento chirurgico al braccio destro, il quarto. In un comunicato scritto in prima persona lo spagnolo ha raccontato: “L'idea che forse dovevo fare un'altra operazione c'era dal settembre dell'anno scorso. Controllavamo periodicamente il mio braccio, per vedere l'evoluzione della frattura dopo il terzo intervento. Quando sono arrivati i test pre-stagionali, volevo convincermi di potercela fare, con la frase “il potere è nella mente” come motto. Ma all'inizio della stagione, mi sono reso conto che i limiti erano molto grandi. La mia idea era di gareggiare per tutta la stagione, visto che l'osso non era consolidato al 100% dalla terza operazione”.
Poi è arrivato un momento di svolta: “Eravamo al GP di Francia, tutto era pronto per una TAC 3D. Così abbiamo deciso di fare una nuova operazione. L'intervento chirurgico negli Stati Uniti mi ha sorpreso molto, per come avevano pianificato il periodo pre-operatorio e post-operatorio. È molto diverso dalla Spagna. Il periodo postoperatorio è stato velocissimo, sono stato subito dimesso, autorizzato a volare e così sono rientrato a casa. La preparazione, invece, è stata pianificata molto accuratamente e tutto è stato fatto con largo anticipo”.

Le difficoltà legate all'operazione chirurgica
Quando è arrivato negli Stati Uniti ha raccontato le sue sensazioni: “Prima dell'operazione ero di ottimo umore, ma nelle ore successive mi sono sentito peggio, per l'anestesia e per il dolore. Ho passato un brutto periodo per due o tre giorni, ma dato che non era la prima volta che il mio braccio veniva operato e sapevo già come sarebbe stato, ero consapevole che il dolore era normale e che sarebbe diminuito in seguito”. La situazione poi è andata via via migliorando, come si percepisce anche da quello che condivide sui social: “Ora mi sento abbastanza bene, perché non ho dolore. Ho ancora il braccio immobilizzato e sto facendo esercizi di mobilità passiva leggera. Mi sento motivato, perché la sensazione è buona, e sono entusiasta di iniziare il recupero non appena i medici me lo diranno, per vedere se il mio braccio funziona come dovrebbe. A causa del modo in cui guidavo e gareggiavo, non mi vedevo in sella alla moto per molto più tempo, forse un altro anno o due. Dopo l'intervento c'è la speranza di poter continuare a gareggiare senza dolori e divertirmi sulla moto”.

Cosa prevede nel suo futuro
Inoltre ci ha aggiornato su come potrà essere il suo impegno nei prossimi mesi: “Sto aspettando che una radiografia venga eseguita nella sesta settimana. A seconda di come andrà il risultato di questa radiografia, sceglieremo il percorso per il recupero. Fino ad allora mi godo un po' di vacanza, perché non possiamo ancora iniziare il recupero al 100%. Anche se mi sembra di avere molto tempo libero, pianifico bene ogni giorno. Mi alzo presto e vado per un'ora e mezza a piedi. Poi cerco di tenermi occupato con le chiamate con il team, con la mia famiglia o con le cose in casa. Nel pomeriggio ho iniziato a lavorare delicatamente sulla parte inferiore del corpo e un po' sul braccio sinistro”. Bisogna tenere alto il morale: “A volte mi fermo a pensare alla motivazione e nel mio caso l'unica conclusione che raggiungo è che la mia nasce dalla passione e dall'entusiasmo. Rimane lo stesso da più di dieci anni. Mi spinge anche a pensare all'obiettivo, che è quello di divertirmi e competere ad un buon livello, senza soffrire o provare dolore”. Poi c’è anche la vicinanza di molte persone: “Non sono solo su questa strada per la guarigione. Sono stato supportato da piloti come Àlex Crivillé, che ha vissuto qualcosa di simile, Alberto Puig che è la persona con cui ho più contatti, perché è anche il Team Manager del Team Repsol Honda, e anche Mick Doohan, perché ha riportato diverse ferite gravi. Sono le persone che mi hanno consigliato di più e le ringrazio per il loro supporto”.

L'ispirazione dettata dal suo idolo
Ma c’è anche un altro sportivo che lo aiuta particolarmente, seppur indirettamente: “Ho anche un punto di riferimento in Rafa Nadal, che anche quando la gente pensava che fosse finito ha saputo superare il dolore e vincere ancora. So tutto quello che ha sofferto ed è per questo che per me è un punto di riferimento, perché anche se non è al massimo, è capace di vincere tornei come il Roland Garros. Ricordo che in una conferenza stampa ha ammesso che il dolore ha cambiato il suo umore, e questo lo capisco”.

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