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MotoGP 2022, Le Mans impegnativa per i freni Brembo. Orari TV

MotoGP news - Il tracciato francese che questo fine settimana ospiterà il settimo Gran Premio stagionale rientra tra quelli più difficili per i sistemi frenanti, complici anche le basse temperature. Ecco quali sono i dati più interessanti e come il lavoro sulla pista è stato portato anche sulle moto stradali
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MotoGP
In caso di pioggia...
Il circuito Bugatti torna a ospitare il Mondiale, per quello che è il settimo appuntamento stagionale, e rientra tra i circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 4 dai tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della categoria regina, e questo valore corrisponde al più alto di questa prima parte di campionato. Su un tracciato dove il maltempo solitamente è protagonista, sarà importante scongiurare il rischio che i dischi non raggiungano la temperatura ideale. Quindi molti piloti potrebbero adottare dischi con fascia frenante bassa, ma sempre in carbonio, diventata la norma anche in caso di pioggia.

La scelta dei piloti
Brembo mette a disposizione dei team un’ampia gamma di dischi freno: ogni pilota della MotoGP può scegliere tra sei geometrie di disco e per ciascuna sono disponibili due diverse mescole di carbonio e due diverse geometrie denominate High Mass (a fascia alta) e Standard Mass (a fascia bassa) che, combinate con i diversi diametri disponibili (i piloti possono optare tra tre diversi diametri: 320 mm, 340 mm e 355 mm) determina un totale di dodici possibili soluzioni a disposizione.

Dalla pista alla strada
Le moto stradali, e anche quelle impegnate nei track day, ovviamente non impiegano dischi in carbonio, ma questo non significa che l’esperienza in MotoGP non abbia generato positive ricadute sulla produzione di serie. Lo dimostra il disco T-Drive contraddistinto da fascia frenante in acciaio e campana in alluminio ricavata dal pieno. Il sistema T-Drive è così chiamato per gli otto perni a T ricavati sul disco che insieme ad altrettante sagome sulla campana consente l’eliminazione dei nottolini di trascinamento. Grazie ad esso si manifesta sia la flottanza assiale che quella radiale, aumentando la resistenza agli stress termo meccanici e la coppia frenante trasmessa.

Quanto tempo frena al giro un pilota MotoGP a Le Mans
Sulla pista francese ben nove volte i piloti della top class frenano in un giro, per un totale di 31 secondi e mezzo. Si tratta di un valore non da poco considerando che questa è la terza pista più corta del Mondiale. Sulla pista di Termas de Rio Hondo, che è più lunga di 600 metri, i freni sono usati oltre un secondo in meno. I piloti della MotoGP non affrontano al Circuit Bugatti più di due curve consecutive senza attaccarsi ai freni e ciò ne ostacola il raffreddamento. Malgrado la mancanza di decelerazioni nell’ordine dei 200 km/h, in 5 frenate l’impianto è in funzione per oltre 4 secondi. Alto è anche il carico complessivo sulla leva del freno esercitato da ciascun pilota dalla partenza all’arrivo: 9 quintali.

Staccata da 300 km/h ad 1,5 g 
Delle 9 frenate 2 sono classificate come impegnative per i freni, 3 sono di media difficoltà e le restanti 4 poco scarsamente impegnative. Quella più dura per la MotoGP è alla nona curva: le moto passano da 301 km/h a 105 km/h grazie ad un’azione sui freni di 4,5 secondi mentre la pressione del liquido freni arriva a 12,2 bar. I piloti esercitano un carico di 5,7 kg sulla leva del freno, subiscono una decelerazione di 1,5 g e nel frattempo percorrono 231 metri.

Cliccate qui per sapere gli orari diretta TV del GP di Francia.

Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
 

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