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MotoGP 2022, Dall’Igna: “Nessuna irregolarità sui valori di pressione”

MotoGP news – Alla vigilia del Gran Premio di Francia si è accesa una piccola polemica su Francesco Bagnaia, vincitore del GP di Jerez, che avrebbe avuto i valori di pressione delle gomme troppo alti. Il direttore generale di Ducati Corse Gigi Dall'Igna ha spiegato nel dettaglio 
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MotoGP
"I sensori possono funzionare con valori diversi l'uno dall'altro"
Prima che inizi il settimo Gran Premio stagionale, sul circuito di Le Mans, è scoppiato il caso su una irregolarità dei valori di pressione delle gomme, proprio quelle usate da Francesco Bagnaia nel Gran Premio di Spagna, a Jerez. A spiegare cosa sta succedendo è stato il direttore generale di Ducati Corse Gigi Dall'Igna che ha spiegato al sito di Sky Sport: “Non si può parlare di violazioni da parte di nessuno nel momento in cui ogni casa monta i suoi sensori di pressione proprietari che servono a raccogliere dati condivisi da tutti! I sensori possono funzionare con valori diversi l'uno dall'altro. Ve lo spiego meglio: l’agreement (riservato) tra costruttori quest’anno serve proprio a questo: le case si sono accordate per raccogliere dati nel 2022, condividere di volta in volta, per arrivare ad avere un metodo certo nel 2023 e per poterci dare una regola definitiva da rispettare tutti su criteri condivisi. In materia di pressioni gomme le case vedono tutto l’uno dell’altro, ad ogni gp. Ribadisco, tutto. Come può esserci qualcuno che si lamenta infrangendo la riservatezza dell’accordo se partecipiamo tutti e tutti vediamo quello che fanno gli altri?

I dati forniti sui valori
Inoltre, Dall’Igna sa che questo è stato fatto anche da altri piloti: “Certo, ma non mi piace fare nomi. Non lo trovo giusto. Rispetto la riservatezza dell’accordo. È una cosa normale. Ci stiamo lavorando tutti. Il sistema attuale non è blindato. Quello della pressione delle gomme è un segnale che si può modificare. Quindi potrebbero essere veri i dati di quelli che vanno apparentemente fuori soglia e fake i dati di chi magari risulta entro i confini. Ma che senso avrebbe se l’obiettivo è quello di raccogliere dati utili a tutti?” La polemica è durata quindi tanto il tempo di un battito di ciglia, senza avere alcuna importanza. Sui valori ha raccontato: “Quelli minimi indicati come limite sono 1,9 bar per la gomma davanti e 1,7 per quella dietro. Scendere troppo significa rischiare di rompere la gomma. Salire troppo significa perdere grip. In ogni caso il tema riguarda la sicurezza. Ma a fare la differenza è la gomma davanti. Se stai in scia a qualcuno la pressione sale molto di più. Ma tu non puoi prevedere dove sarai in gara. Si cerca di farlo, ma se prevedi di stare davanti, fai la pressione per quella situazione, e poi ti ritrovi dietro, ecco che cambia tutto. O viceversa. Sul posteriore è difficile sbagliare. Sul davanti di solito si sbaglia in funzione della scia. Se si sballa si sballa di un decimo di bar a dir tanto. Invece stare a 1.9 magari finisci a 1.8. E anche lì gioca il tipo di sensore. Magari il nostro dice una cosa e quello di un’altra casa la dice diversa”.

L'obiettivo è comune
Tutti sono al lavoro per ottenere dati importanti in ottica futuro: “Non c'è un'infrazione. C’è un lavoro comune per mettere a punto un metodo di controllo delle regole. Peraltro, e mi sembra importante, il punto iniziale dei valori di pressione viene stabilito ed effettuato con i tecnici della Michelin! E tutti lavoriamo per stare nei limiti che Michelin ci indica. Ci sono alcune regole sulle quali siamo arrivati a controlli certi e ben applicati. Altre aree, come questa, sono in evoluzione per arrivare ad un risultato tecnico e regolamentare, che ci garantisca tutti”.

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