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Moto elettriche: a che punto sono le case giapponesi?

Piaccia o non piaccia, la “rivoluzione elettrica” è una questione con la quale ormai tutte le Case motociclistiche dovranno fare i conti. Alcune sono in vantaggio rispetto ad altre che, continuando a procrastinare, hanno allungato i tempi di sviluppo dei nuovi modelli…Cerchiamo di fare il punto sulla elettrificazione delle due ruote, prendendo in considerazione le case giapponesi
Kawasaki, Suzuki, Yamaha e Honda: le quattro Case giapponesi non disdegnano certo le moto a batteria, ma alcune, da quel che si sa al momento, sono  decisamente in vantaggio. La più avanti è probabilmente Kawasaki, forte di progetti che non trascurano nemmeno ibridi e idrogeno, mentre Suzuki si direbbe ancora un po’ in ritardo…Facciamo il punto.

Kawasaki: elettrico, ibrido e idrogeno
La Casa di Akashi ha già annunciato da tempo l'intenzione di proiettarsi nel mondo delle zero emissioni e, in questi ultimi anni, tra ibride ed elettriche abbiamo assistito alla presentazione di numerosi concept decisamente all’avanguardia.
Kawasaki ha già promesso dieci modelli a zero emissioni che verranno lanciati di qui al 2025. Come accennato, molto lavoro è stato svolto anche sulla tecnologia ibrida: attualmente però non è ancora chiaro quali modelli siano in arrivo, anche se il concept della Ninja 400 presentato a fine 2021 è già di per sé un ottimo indizio. Discorso analogo per le elettriche “pure”: alla scorsa EICMA Kawasaki ha promesso tre modelli EV entro la fine del 2022, una delle quali dovrebbe essere una sportiva ancora una volta di dimensioni molto simili a quelle della Ninja 400, l’altro uno scooter ed il terzo, forse, un ATV o una moto da cross. Infine c'è anche l'alimentazione a idrogeno, altra tecnologia su cui Kawasaki, distinguendosi dalla concorrenza, è al lavoro ormai da tempo. Tempistiche e brevetti sono al momento quasi del tutto sconosciuti, ma la Casa nipponica ha comunque confermato che anche questi progetti stanno proseguendo.



Yamaha: per ora solo scooter?
Benché non così “solerte” come la collega di Akashi (perlomeno nel comunicare idee e strategie future), anche Yamaha è ormai a pieno titolo tra i grandi costruttori ad esseresi addentrati nel settore dell’elettrico. Di concept ne abbiamo visti negli anni numerosi: ricordiamo, per esempio, i PES1 e PES2 del 2016 o il MOTOROiD visto a Tokyo un paio d’anni dopo), o, ancora, i nuovi scooter elettrici  E01 ed E02 , entrambi annunciati nel 2019 e finalmente in arrivo (almeno per quanto riguarda l’E02) entro la fine del 2022. Nulla di “rivoluzionario” (almeno per quanto riguarda la tecnologia), ma la strada si direbbe anche per Yamaha ormai segnata: il primo ad arrivare è infatti il Neo's a batteria.



Honda: ci si concentra sull’universalità
Colpisce il “ritardo” con cui Honda sembrerebbe aver approcciato il discorso zero emissioni. I piani sono quelli di elettrificare l’intera gamma non prima del 2040 (cioè  cinque anni dopo Kawasaki), anche se alcuni modelli EV sono già arrivati in Giappone, come il PCX Ibrido presentato in anteprima nel 2019 e una moto in stile CB125R attesa entro il 2024. Un aspetto molto importante riguarda tuttavia l’accordo siglato con Kawasaki, Yamaha e Suzuki per lo sviluppo di powertrain “universale” con batterie rimovibili ed intercambiabili: soluzione che, come già vi avevamo raccontato, dovrebbe dare un significativo impulso al settore delle moto e degli scooter elettrici.



Suzuki: Bugman e…basta!
Suzuki sembrerebbe ancora in ritardo per quanto riguarda i modelli a batteria. La Casa nipponica si prende il suo tempo (nel 2020 dichiarava di voler osservare da vicino lo sviluppo del mercato prima di entrarvi propriamente): di mesi ne sono ormai passati parecchi, eppure ancora niente, o quasi. Le cose sembrerebbero però in procinto di cambiare con l’arrivo (ormai annunciato entro la fine del 2022), del nuovo e più volte paparazzato Burgman elettrico, di cui però non conosciamo ancora alcun dettaglio….
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