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MotoGP Starting Grid: si ricomincia da Spielberg, tra grandi ritorni e Ducati all'attacco

Pedrosa e Crutchlow si presentano al via del gran premio di Stiria rispettivamente per KTM e Yamaha. Quartararo ha un buon margine in classifica, ma le rosse di Borgo Panigale proveranno a sfruttare il fattore campo sulla pista dove hanno vinto in 5 gare su 6
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Dopo la lunga pausa estiva il motomondiale torna di gran carriera con un doppio appuntamento sul circuito di Spielberg. Andiamo allora a scoprire le novità del gp d'Austria, insieme al nostro Guido Sassi, in MotoGP Starting Grid.

La novità
Se il mercato è ancora fluido, possiamo partire da alcune certezze: Dani Pedrosa e Cal Crutchlow saranno protagonisti d'eccezione del weekend. Lo spagnolo giocherà la sua prima wild card dal ritiro a fine 2018 in sella alla KTM: il costruttore austriaco voleva un feedback in gara sulle prestazioni della RC16, il Piccolo Samurai dal canto suo ha finalmente portato la moto a un livello che ritiene consono per lavorare sui piccoli dettagli e divertirsi in pista. Per Crutchlow il discorso è differente: Franco Morbidelli sta ancora recuperando dall'infortunio al ginocchio e il collaudatore Yamaha sarà così in gara nelle prossime tre tappe del motomondiale.

Che numeri
Fabio Quartararo inizia la seconda metà del 2021 con 156 punti e un margine di 34 su Johann Zarco, 47 su Francesco Bagnaia, 55 su Joan Mir: sono abbastanza per affrontare con serenità anche uno degli appuntamenti più difficili per una moto come la sua Yamaha, che trova nella velocità di Spielberg uno degli ostacoli maggiori sulla distanza gara. Da quando si corre sulla nuova pista di proprietà della Red Bull, 6 vittorie su 6 sono state appannaggio di moto dotate di propulsori V4, in 5 occasioni il successo è andato a Ducati (KTM ha vinto il secondo gp dell'anno 2020). Anche in termini di pole position, in 5 occasioni sono stati i V4 a partire al palo (Ducati, Honda e KTM), con Vinales unico pilota “4 in linea” capace di spezzare il dominio degli avversari. Yamaha e Suzuki sono riuscite a più riprese comunque a salire almeno sul terzo gradino del podio, risultato che potrebbe tornare molto utile in ottica campionato.

La sfida
Giovani contro vecchi: il ritorno temporaneo di Pedrosa e Crutchlow può anche essere letto come lo scontro tra due generazioni. Dani e Cal sono classe 1985: un anno talentuoso (vedi Casey Stoner) e più in generale un periodo fecondo (con Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo nati nel 1986 e 1987). Nessuno di loro è ormai più in attività, ma solo i due rientranti insieme contano 386 gran premi disputati in classe regina, esattamente il doppio rispetto ai 4 piloti che sono attualmente nelle prime 4 posizioni del mondiale (Quartararo, Zarco, Bagnaia, Mir). I team manager della MotoGP sono costantemente alla ricerca del nome nuovo da trasformare in campione, ma non sempre la pesca è fortunata e non è detto che un usato sicuro a volte non possa rendere addirittura meglio rispetto ai nuovi talenti. Solo la pista potrà stabilirlo con certezza, le prime risposte le avremo già da venerdì.

Questa è storia
È passato appena un anno, ma l'ultimo successo di Andrea Dovizioso a Spielberg è già un pezzo di storia: è stato il terzo sulla pista austriaca, dopo i duelli con Marc Marquez del 2017 e 2019, il meno eclatante dal punto di vista dello spettacolo ma il più denso di significati considerando poi l'evolversi del mercato. Andrea aveva ottenuto il successo con la Desmosedici dopo l'ufficializzazione della separazione da Ducati, una vittoria che aveva rafforzato un sentimento di rammarico abbastanza diffuso nell'opinione pubblica. Un anno dopo, Gigi Dall'Igna ha dimostrato che i suoi nuovi piloti ufficiali sono una coppia ben assortita che non dà adito a troppi rimpianti, e che anche nei team satellite non mancano i talenti. Certo, in testa al mondiale c'è una Yamaha e la conquista del titolo sembra un'impresa dai contorni ancora piuttosto sfumati: una nuova vittoria Ducati a Spielberg è perciò più che mai necessaria a riscrivere la storia di Borgo Panigale.

Hot Spot
La pista con meno curve del mondiale ha nella numero 10 il climax di tutte le battaglie. Nel 2017 e nel 2019 ci fu il doppio duello Marquez-Dovizioso, con il forlivese vincente in entrambe le occasioni, l'anno scorso è stato Miguel Oliveira a beffare Pol Espargarò e Jack Miller nella seconda delle due gare: l'australiano della Ducati era riuscito a mandare lo spagnolo sull'esterno, ma poi si è infilato il portoghese nell'ampio spazio all'interno, per un successo guadagnato in volata con astuzia e prontezza di riflessi.

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