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MotoGP 2021 - I grandi rientri degli ultimi trent'anni di motomondiale

Il ritorno alle gare di Marquez è tra quelli che si sono fatti attendere maggiormente, ma lo spagnolo è in buona compagnia nella storia del motomondiale: da Doohan a Stoner, da Rossi a Pedrosa, i migliori sono passati tutti attraverso le difficoltà, riuscendo quasi sempre a vincere
Il ritorno di Marc Marquez è ormai notizia ufficialissima: come lo stesso MM93 ha sottolineato, dopo nove mesi di assenza sarà di nuovo in pista a Portimao. Oltre al tempo di gestazione degno davvero di un parto, questo sofferto ritorno ha tenuto Marc lontano dalle corse per ben 15 gare, uno degli stop più lunghi negli anni recenti del motomondiale. Ma quali sono i precedenti illustri? Vediamoli con il nostro Guido Sassi.

Il dramma di Doohan
Nel 1992 fece scalpore la storia di Mick Doohan, che si infortunò nelle prove del TT di Assen, rischiando l'amputazione della gamba. L'australiano venne “rapito” dal dottor Costa, che lo prelevò dall'ospedale olandese per portarselo in Italia. A Doohan vennero ingessate le gambe insieme e tornò a correre appena due mesi dopo, ma ci mise più di un anno per tornare quello di sempre. Dal 1994 al 1998 vinse poi ben cinque titoli iridati consecutivi, dimostrando che con un freno posteriore al manubrio e una classe cristallina, tutto si può superare.

A volte non tornano
Il caso di Kevin Schwantz è emblematico: il mitico 34 non si risparmiava certo le cadute. Nel primo periodo della sua carriera, fino al 1990, si ritirava almeno 4 o 5 volte a stagione, la lista degli infortuni include clavicola, malleolo, rotula, spalla, metacarpo, anca e costole varie. Ma Kevin non si fece mai davvero così male da rimanere assente a lungo dalla pista, aveva una capacità di sopportazione del dolore non comune. L'unica volta che un infortunio mise ko il texano fu proprio l'ultima: in seguito a un infortunio al polso rimediato nel '94, passò un brutto inverno e iniziò il 1995 poco convinto: tre gare per capire che era il momento di dire basta. Furono lacrime, non di dolore, ma di tristezza per quel mondo che non voleva abbandonare.

Il ritorno lampo di Valentino
Nel 2010 Valentino Rossi si ruppe tibia e perone al Mugello durante le libere, venne subito operato e tornò in gara al Sachsenring quaranta giorni dopo. Si classificò quarto, dopo un bel duello con Stoner. Da allora Valentino ha corso altri dieci anni in top class e vinto ancora 11 gare.

Australiano doc
Due anni dopo l'incidente di Vale, proprio Casey Stoner fu autore di un altro gesto eroico. Il 27 cadde nelle qualifiche del Gp di Indianapolis del 2012, vittima di un un violento high-side. Nella caduta si procurò fratture ossee alla caviglia destra, alla tibia e rimediò una lesione dei tessuti. Nonostante questo Stoner prese parte alla gara chiudendo al quarto posto, ma saltando le successive tre gare.

Il calvario di Dani
C'è chi di infortuni ne ha avuti tanti, ma è sempre riuscito a tornare: Daniel Pedrosa ha iniziato a rompersi nel 2003 e ha finito solo a carriera terminata. Il Piccolo Samurai ha perso un titolo nel 2010 per una clavicola fratturata, replicando infortunio e numero di gare saltate (tre) l'anno seguente. Ha perso tre gare anche a inizio 2015, per operarsi e risolvere la sindrome compartimentale, nel 2016 si è rotto nuovamente la clavicola destra perdendo due gp. Comunque è sempre riuscito a tornare al successo dopo ogni rientro.

Le due facce del martello
Jorge Lorenzo nel 2013 ad Assen ha vinto il premio per il ritorno più veloce della storia, con rottura della clavicola sinistra il venerdì, operazione nella notte, rientro in gara la domenica con quinto posto finale. È andata meno bene nel 2018, al secondo anno in Ducati: infortunio alla prima curva di Aragon, per un highside mentre era in lotta con Marquez. Jorge si era lussato una spalle e rotto un alluce, poi era rientrato al gp successivo, ma in Thaliandia una nuova caduta aveva portato alla rottura del radio sinistro. Morale della favola: cinque gare saltate e un addio mesto a Ducati. Male anche in Honda, nel 2019: caduta ad Assen con incrinatura della sesta vertebra dorsale, quattro gare fuori in una stagione già problematica di suo per lo scarso feeling con la RC213V.

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