Salta al contenuto principale

Oli Bayliss nella scia di papà: debutto in superbike con Ducati

Il 17enne figlio d'arte lascia la supersport dopo il secondo posto nel campionato australiano e correrà nel team di Troy. Per lui una Panigale V4R e tutta l'attenzione del management di Borgo Panigale. Troy: "Per me è speciale che Oli debutti in sbk su una Ducati"
Nel motociclismo non è raro trovare “famiglie da corsa”, e solo in MotoGP l'anno prossimo avremo tre coppie di fratelli (Rossi-Marini, i Marquez, gli Espargarò). I casi di padre e figlio sono meno frequenti, o per lo meno è difficile trovare due generazioni consecutive di campioni. Vedremo che ne sarà di Oli Bayliss: il figlio dell'icona ducatista dall'anno prossimo correrà nell'Australian Superbike, e non avrebbe potuto fare altro che scegliere la Panigale V4R per la propria avventura.

Un background solido
Dell'impegno delle corse di Oly Bayliss nella velocità avevamo già scritto l'anno scorso, quando si era iscritto al round mondiale della supersport come wild card e stava ben impressionando nel campionato australiano. Dopo un 2020 di buon livello nella 600 nazionale, concluso al secondo posto della classifica, arriva oggi il passaggio alla classe maggiore. Oliver, che ha 17 anni, lo farà con una Panigale V4R: Paolo Ciabatti e Davide Tardozzi sono buoni amici del padre, e seguono la carriera di Oli con attenzione: “Lo conosco da quando è nato, il mio rapporto con Troy va ben oltre la collaborazione professionale - ha detto il direttore sportivo Ducati-. Ricordo questo piccoletto con gli stessi occhi azzurri di suo padre che mise da parte il triciclo quando aveva due anni. Oli è un clone di suo padre!”.
Nel 2021 Oliver correrà nel team di suo padre. “Per me è speciale che Oli debutti in sbk su una Ducati - ha detto Troy -. Ha imparato molto nei suoi ultimi due anni sulla 600, ma vogliamo che continui a migliorare. Ha guidato alcune volte la Panigale V4R lo scorso anno e ha dimostrato di saperla gestire. Ha dimostrato di essere in forma, motivato e di talento abbastanza per fare il passo successivo nella sua carriera”.

I precedenti
Padri e figli illustri se ne sono visti parecchi, ma difficilmente allo stesso livello: Valentino Rossi ha  superato di gran lunga il talento di papà Graziano, al contrario non si può dire che che Kenny Roberts Junior sia arrivato ai livelli del padre. Il californiano figlio d'arte comunque un mondiale nella 500 l'ha vinto, e non è poco. Pablo Nieto e Axel Pons non hanno invece minimamente sfiorato il livello degli illustri genitori, Stefan Bradl invece ha fatto meglio del padre, riuscendo a vincere quel titolo della classe di mezzo sempre sfuggito a Helmut. Diverso è invece il discorso nelle road races. Un esempio su tutti? Pensate a Michael Dunlop, 19 volte vincitore del Tourist Trophy. Suo padre Joey conquistò 26 statuette del Mercurio Alato, ma anche Michael non scherza, e non si è ancora ritirato...
Riuscirà Oli a ripercorrere le orme di Troy? L'impresa è ardua: tre titoli mondiali e quella grinta in sella non sono gesta facili da imitare, ma la moto e i buoni consigli ci sono. Per il resto c'è tempo, in fondo Oliver ha solo 17 anni.

Leggi altro su:

Aggiungi un commento