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MotoGP Starting Grid: per Morbidelli e Quartararo è una corsa contro il tempo

I due piloti del team Petronas sono all'inseguimento del maiorchino della Suzuki: il francese dista 14 punti, l'italiano 25. Insieme hanno vinto 5 gare quest'anno, ma il rivale spagnolo è andato a podio per ben 6 volte. A questo punto mancano solo tre gare alla fine del campionato, sempre che si possano correre tutte
Nonostante la pandemia acceleri, il motomondiale tira dritto e in calendario arriva puntuale l'appuntamento di Valencia. Andiamo allora con il nostro Guido Sassi a vedere le novità sulla MotoGP Starting Grid del GP d'Europa.

La novità
Già dalla settimana scorsa la Generalitat della Comunidad Valenciana ha dato un giro di vite agli spostamenti autorizzati sul proprio territorio. Il confinamiento proclamato dal presidente Puig (Ximo e ovviamente non Alberto, team manager Hrc), non è un vero e proprio lockdown o toque de queda, come viene chiamato in Spagna, ma molto ci si avvicina. Gli spostamenti devono essere giustificati da motivi di salute, lavoro o studio, gli esercizi aprono con orari ridotti. Ciò nonostante, nello scorso fine settimana sul Ricardo Tormo di Valencia è stata corsa regolarmente la tappa conclusiva del CEV, il campionato spagnolo di velocità. In Moto2 Yari Montella si è aggiudicato il titolo con validità europeo, ma al di là della questione agonistica, l'afflusso al circuito si è svolto in maniera regolare e una volta che anche la MotoGP sarà nella “bolla”, le prime due gare delle tre rimanenti sembrano avere più che discrete possibilità di essere disputate senza intoppi. Caso mai sarà più complicato fare i bagagli e spostarsi in Portogallo per chiudere il campionato a Portimao, ma da qua a due settimane la situazione planetaria potrebbe essere di gran lunga differente e al momento non si possono fare previsioni.

Che numeri
Il campionato potrebbe anche finire all'improvviso e a questo punto della contesa mantenere la leadership del mondiale è fondamentale. Joan Mir è arrivato al top nel momento giusto: da due gare è davanti e dopo il secondo gp di Aragon ha incrementato il proprio margine in classifica a 14 punti su Quartararo. Il maiorchino non ha ancora vinto una gara in classe regina, ma con 6 podi in 11 gare ha fatto decisamente meglio dei suo avversari: nessuno tra di loro ha portato a casa più di 3 coppe, compreso il francese che a parte il tris di vittorie ha messo insieme appena 48 punti nelle altre 8 gare, una media da decimo posto.

La sfida
Se Yamaha e Suzuki si contendono la vetta della classifica tra i piloti, il margine nel campionato costruttori è decisamente più ampio per Iwata: 37 punti su Ducati, 45 sul team di Brivio. D'altronde la M1 se parte in prima fila è quasi imprendibile. Morbidelli ha coperto davanti a tutti ben 70 giri di gara, Quartararo 58, Vinales 21. Tra team Petronas e squadra factory sono arrivate 6 vittorie, più della metà del totale, con El Diablo che ne ha firmate 3 e Morbidelli 2. Franco giustamente si sente ancora in lotta per il mondiale e 25 punti di ritardo da Mir effettivamente non sono impossibili da rimontare. Ancora più alla portata è il compagno di squadra, lontano solo 11 lunghezze. Nel box l'atmosfera è buona e lo stesso team director, Johan Stigefelt, ha dichiarato che al momento “è importante avere due piloti che se la possono giocare, piuttosto che uno solo”. Insomma, niente ordini di scuderia in arrivo per il pilota italiano, che dovrà essere bravo a non sbagliare più nulla e a sfruttare eventuali passi falsi dei propri avversari.

Questa è storia
Valencia è quasi sempre stata la tappa conclusiva del mondiale – dal 2002 in poi- e la sede dei test post campionato. Al Ricardo Tormo si corre dal 1999, il titolo spesso è stato assegnato qui. L'ultima volta che la lotta per l'iride è stata inscenata sulla pista valenciana è stato nel 2017, quando a giocarsi la posta furono Marc Marquez e Andrea Dovizioso.
L'impresa per DesmoDovi si presentava improba fin dalla vigilia: il forlivese avrebbe dovuto rimontare 21 punti a Marc, su una pista che non è esattamente il massimo per le Ducati. Eppure Marquez quasi buttò al vento il titolo, con una delle sue cadute-non cadute alla curva 1. In quel quasi c'è l'essenza del fuoriclasse e il Marcziano si salvò: in terra ci finì invece proprio Andrea pochi giri dopo, ma quella stagione fu comunque ricca di soddisfazioni per il pilota romagnolo, vincitore in 6 occasioni. Quest'anno a Valencia non ci sarà nessun duello, ma probabilmente nemmeno l'anno prossimo. Dovizioso non ha ancora trovato una sella per il 2021 e le possibilità sono presso che nulle ormai. L'unica chance di rivedere i cordoli del Ricardo Tormo nella prossima stagione per Andrea risiede nel firmare un accordo da collaudatore: Yamaha e Honda sarebbero in trattativa, ma non c'è ancora nulla di tangibile.

Hot Spot
Valencia presenta un tracciato stretto e corto, dove è difficile superare. Il toboga spagnolo misura appena 4mila metri lenti e tortuosi, mentre l'ultimo curvone non ha niente a che vedere con il resto del layout. La combinazione 13-14 è difficile da interpretare e particolarmente importante per il tempo sul giro: serve una moto ben settata per affrontare al meglio la lunga curva a sinistra e arrivare alla Campos con qualche possibilità di attaccare. Passare alla 14 è davvero complicato perché lo spazio è poco e non è facile fermare il mezzo. Il rischio di un incrocio anche a manovra riuscita è concreto. Tra i validi interpreti del circuito andaluso, Jorge Lorenzo è forse il miglior esponente della scuola vincente a queste latitudini: 4 i suoi successi in MotoGP, così come Daniel Pedrosa, che tra tutte e tre le classi ha trionfato ben 7 volte. Yamaha e Honda si sono sempre trovate a proprio agio tra le curve della pista, meno Ducati e Suzuki, che spesso hanno faticato anche solo nell'andare a podio. A meno che non piova, come nel 2018...
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