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Polini E-P3, la storia di un successo

L’azienda di Alzano Lombardo è celebre per i suoi kit di elaborazione e per la capacità cogliere i cambiamenti in corso nella mobilità. Un pregio che con il nuovo secolo è sfociato nello sviluppo di una tecnologia elettrica pensata per le e-bike facendo nascere il sistema E-P3, oggi tra i più apprezzati per prestazioni e affidabilità
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Green Planet
Un’origine ciclistica
Il futuro è elettrico. Più che le norme sempre più restrittive imposte dall’Unione europea sono le questioni ambientali a richiederlo: l’innalzamento della temperatura terrestre generata dalle emissioni di gas serra che incrementa il numero degli eventi climatici estremi e l’inquinamento dannoso per la salute dei cittadini. Elementi che inducono molti esperti a predire un futuro roseo, almeno in città, per i mezzi elettrici con ingombri ridotti come moto, scooter e bici a batterie. A avere intuito il passaggio del paradigma è Polini, marchio fondato da Battista Polini ad Alzano Lombardo nel 1945 per la costruzione di biciclette. Arrivato il boom economico, l’azienda bergamasca si concentra a migliorare le prestazioni dei nuovi veicoli emergenti, gli scooter, prima tra tutti la Vespa. L’impegno per ricercare nuove soluzioni per garantire performance sempre migliori nella massima sicurezza e affidabilità diviene una “filosofia” aziendale applicata a un’ampia varietà di modelli a 2 e 4 tempi.

Tre anni di sviluppo
Con la stessa lungimiranza di allora, nel secondo decennio del XXI secolo Polini inizia a investire sulla tecnologia elettrica. Il primo passo per farlo è l’acquisto di alcuni modelli di e-bike con motore nel mozzo della ruota anteriore e grosse batterie fissate sul portapacchi. Cicli di prima generazione utili per capirne il funzionamento e base per sviluppare un’evoluzione seguendo il motto “trasformare il meglio in massimo”. Dopo tre anni di sviluppo, elaborazioni CAD, macchine CNC, test ai rulli e su ogni tipo di terreno, Polini presenta il kit E-P3 basato sul motore nel movimento centrale dal peso e ingombri ridotti e dalle prestazioni elevate. Un sistema completato dall’unità di gestione, dai comandi da fissare vicino alla manopola e da batterie da 500 Wh create per essere semi integrate nel telaio. Progettate per le road bike, trova la sua prima applicazione su una bici da corsa elettrica di Bianchi, modello che riscuote un immediato successo evidenziando le qualità del sistema E-P3, divenuto da subito uno dei punti di riferimento del settore.

La conquista di piccoli e grandi produttori
Le ottime doti di erogazione di potenza e coppia, la buona affidabilità riscontrata e la compattezza del sistema attira subito l’interesse dei costruttori di cicli che desiderano adottarlo per applicazioni diverse dalle e-road. Arrivano presto le prime gravel con motore Polini e, con piccole modifiche come l’adozione di perni centrali di misure maggiori per agevolare utilizzi di gomme più larghe, alcune e-MTB. A proporle sono inizialmente piccoli produttori artigianali italiani come Bikel, azienda di Gaiarine (TV) che punta sull’eccellenza e che sarà anche la prima a introdurre il kit Polini tra le urban bike. A seguire l’esempio della società veneta sono altri artigiani, come Ciöcc, FM Bike e Titici che ripropongono un binomio Made in Italy all’insegna di qualità, affidabilità e piacere di guida. Una serie di pregi che nel tempo ha sedotto molti altri produttori, come Berria, Bertin, Cgde, Focarini, Garelli, Hand Bike garage, Jeep, Kawasaki, Mondial, Montana VKT, Olmo, Osme, Pedroni Cycles e SKL.

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