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Giacomo Agostini: “Mi viene il nodo alla gola quando sento le sirene che passano"

Giacomo Agostini vive a Bergamo, una delle zone più colpite dall'epidemia di coronavirus. Il 15 volte campione del mondo ha raccontato come sta vivendo, barricato in casa, questi angosciosi momenti
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"Ho paura, ma anche fiducia"
Tutta l’Italia è barricata in casa, compreso Giacomo Agostini fortemente provato dalla situazione: Ago abita a Bergamo che, insieme a Brescia, è la provincia più colpita d'Italia dall'epidemia: “Ero via ma ho deciso di tornare a Bergamo - ha raccontato a Sky Sport - di chiudermi in casa e stare agli 'arresti domiciliari' qui, perché ci sono tutte le mie cose, c'è la casa dove ho vissuto tanti anni, quindi non volevo stare lontano. Ma la situazione è molto critica: mi viene il nodo alla gola quando di notte sento le sirene che passano. È una condizione molto triste, soprattutto a Bergamo che è l'epicentro. Non avremmo mai pensato nel 2020 di vivere una situazione simile”. Tra le varie sensazioni c’è anche quella della paura: “C’è anche quella, vista la sofferenza che provano i malati, il modo in cui si muore… Però ho anche fiducia, perché mi sono chiuso in casa, rispetto le regole, e tutti dovrebbero rispettarle. È un grosso sacrificio ma se lo facciamo tutti insieme ne veniamo fuori, altrimenti continueremo a trascinare il problema per molti mesi. Penso che sia giusta un'ulteriore stretta sulle chiusure per un periodo. È una grande perdita, ma la vita è più importante dei soldi. Se ci sono aziende ancora aperte la gente continua ad andare in giro, invece dovrebbero rimanere aperte solo quelle strettamente essenziali per vivere, come farmacie e supermercati, negozi alimentari. Il resto è superfluo. Ora è un momento veramente drammatico”. Lo sport, e ovviamente anche il motociclismo, si è fermato: “Per me che amo questo sport è un colpo al cuore. L'emozione che ancora oggi mi danno le gare, anche solo guardarle… L'attesa della domenica per vedere chi vince, chi è il più bravo. Tutto questo mi manca molto, ma dobbiamo renderci conto che è stata una disgrazia inconcepibile: io non avrei mai pensato che, dato il livello della medicina e della tecnologia, un virus potesse metterci in ginocchio. Ce la faremo a sconfiggerlo, ma per ora vediamo solo morti, ogni giorno c'è solo un grande dispiacere. Ora non si può pensare di riunire decine di migliaia di persone, tutto il mondo è in crisi, non solo l'Italia. Questo è il grande problema: anche quando i contagi inizieranno a calare comunque ci sarà ancora gente malata, quindi dovremo aspettare non solo che la trasmissione si fermi, ma che tutti siano guariti”. La vita dei piloti è ovviamente limitata: “I più fortunati hanno la loro palestra privata, gli altri si terranno comunque allenati. Anche se, onestamente, va bene la parte atletica, ma l'allenamento vero è quello con la moto. Ad ogni modo tutti ripartiranno allo stesso livello. Tutti saranno un po' meno allenati: anziché girare in 1’30 si girerà in 1’31, va bene, ma il migliore vincerà sempre”. Probabilmente quando la stagione di MotoGP inizierà le gare saranno tutte molto ravvicinate e “Ago” ha commentato: “Da questo punto di vista il problema più grande è non farsi male, perché con i GP attaccati un piccolo infortunio può farti perdere molte gare. Poi bisogna anche capire quanto potranno effettivamente essere ravvicinate, perché ci sono le moto da mettere a posto, non è facile. Per i piloti sarà faticoso, ma una gara alla settimana si può fare”.

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