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Caso doping Iannone: i tempi si allungano, a rischio i test del Qatar

Se dopo la prima udienza si respirava un leggero ottimismo ora il caso di Andrea Iannone sembra essersi arenato nelle lungaggini burocratiche e il pilota di  Vasto potrebbe perdere i test del Qatar e anche la stagione 2020 sembra essere, almeno in parte, a rischio
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In attesa
La carriera di Andrea Iannone si è fermata il 17 dicembre 2019, giorno in cui è stata annunciata la sua positività a un test antidoping svolto in nel corso del GP di Malesia. Il pilota si è detto fin da subito tranquillo, anche se le controanalisi avevano confermato la sua positività. Da quel momento in poi Iannone e il suo legale Antonio De Rensis hanno lavorato per prepararsi al meglio in vista della prima udienza, in programma il 4 febbraio scorso, nel corso della quale hanno presentato analisi cliniche, tra cui quelle del capello, secondo le quali da settembre a gennaio nel corpo di Iannone non ci sarebbero state tracce di drostanolone, la sostanza vietata ritrovata (in quantità minima) nelle sue urine, a conferma della tesi della contaminazione aliementare.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera l’accusa ha chiesto più tempo per replicare alla tesi difensiva, ben oltre ai cinque giorni previsti, e così si è arrivati a un'attesa di due settimane in un clima incerto, perché nel frattempo l’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) ha richiamato la FIM per la gestione poco trasparente dell'antidoping, chiedendo di modificare il Codice per avere giudici esperti e indipendenti: i tre di Iannone sono scelti dalla Federazione che può rimuoverli se non più di suo gradimento e l’accusatore presiede la federazione europea ma ha anche uno studio legale che rappresenta atleti. Un situazione è ingarbugliata ed è quindi probabile che Iannone perderà anche la tre giorni di test in Qatar, in programma dal 22 al 24 febbraio. La definizione del caso potrebbe però allungarsi ancora di più, molti osservatori danno quasi per scontato il ricorso al TAS di Losanna, dopo la decisione del Tribunale. Questo vorrebbe dire mesi di attesa e, per Iannone, perdere buona parte della stagione. Non a caso anche Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, ha preso le sue difese. "Penso che la colpevolezza debba essere totalmente dimostrata. Ho visto Iannone due o tre volte e non voglio interferire sulle decisioni, però Andrea mi ha raccontato come, nel momento del prelievo del campione da parte della Wada, lui avrebbe potuto prendere tempo e bere molta acqua. Non l’ha fatto, e magari sarebbe andata diversamente"

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