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Transitalia Marathon, qual è lo pneumatico più adatto? - VIDEO

Il motociclista che fa adventouring deve trovare il giusto compromesso tra grip in fuoristrada e trasferimenti su asfalto. Ne abbiamo parlato con Continental, presente all'evento di mototurismo con un proprio team. Fabio Borelli: "Le coperture dual sono la giusta soluzione"
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Il Transitalia Marathon riassume in sé un po' tutte le caratteristiche di un evento adventouring: sterrati tendenzialmente facili con strade bianche e solo a tratti mulattiere o bosco; regolamento indirizzato prevalentemente alle maxi enduro, partenza e arrivo in luoghi diversi anche qualche centinaio di chilometri. Partecipare a una manifestazione di questo tipo non richiede particolari interventi alla propria moto. Come però si calzano un paio di scarponi o scarpe tecniche quando si cammina in montagna, così la propria compagna di viaggio richiede calzature specifiche quando si va in off road.

Tentazione tassellato: ma su strada che succede?
Il classico tassellato sarebbe la scelta più indicata andando a controllare la traccia .gpx nelle sue sezioni di off road: se le strade bianche non richiedono uno pneumatico in particolare, quando ci si addentra nel bosco più coperto il fango può diventare un'insidia e a settembre non si può certo sperare che la pioggia non ci metta lo zampino in un evento di quattro giorni. Allo stesso tempo però non è semplice trovare le coperture giuste per grosse bicilindriche, soprattutto nel momento in cui bisogna abbinare al fuoristrada lunghi trasferimenti in asfalto, anche solo per raggiungere la partenza e tornare a casa dall'arrivo. Quando si compra un enduro dual con l'obiettivo di divertirsi un po' in off road, spesso si sottostima la percentuale di asfalto, che però poi – contachilometri alla mano- difficilmente scende sotto un buon sessanta per cento del totale, rendendo la scelta di una gomma specialistica oltre modo limitante.

Un team impegnato sul campo
Così noi di InSella abbiamo approfittato della presenza di Continental al Transitalia per affrontare il tema direttamente con i rappresentanti dell'azienda di pneumatici. Il produttore tedesco infatti non solo forniva assistenza ai partecipanti con un servizio dedicato, ma metteva in campo un proprio team composto da Fabio Borelli, Alessandro Broia e Giorgio Cattaneo. In sella a due Benelli Leoncino Trail e a una Kawasaki Klr i tre hanno disputato l'evento in quattro tappe, montando come coperture il Tkc80, una gomma che è una via di mezzo tra un tassellato vero e proprio e una stradale. Rispetto al Tkc70 che non può andare oltre le strade bianche, il fratello “maggiore” permette un ben più ampio utilizzo: “È uno pneumatico che ha una storia ormai piuttosto lunga, un prodotto collaudato – spiega Borelli-. Sviluppa in pieno il concetto di copertura dual, che permette sia di fare asfalto che sterrato. Non fuoristrada specialistico, ma se i tratti di fango non sono eccessivi è uno pneumatico che ha anche una buona capacità autopulente”. La resa su asfalto è soddisfacente e con uno stile di guida non troppo aggressivo si possono coprire anche distanze considerevoli: “Su questo dato influisce ovviamente moltissimo il tipo di utilizzo” sottolinea il responsabile della business unit due ruote. Altro aspetto da considerare nella vita dello pneumatico è la pressione di gonfiaggio: girare su asfalto con pressioni da off road non solo fa lavorare male la gomma, ma la consuma in maniera anomala. Ad ogni modo il Tkc80 si presta davvero a un uso polivalente: “È stato progettato per un utilizzo 60% off road, 40% stradale” conclude Fabio.

Alla prova del percorso
L'avventura del team Continental al Transitalia ha permesso di dimostrare che – pur con una moto non pensata per il fuoristrada, in mano a neofiti del off-road- ci si può divertire in sicurezza: “I ragazzi sono andati bene – afferma Broia, che ha curato il training di Borelli e Cattaneo-. Hanno dovuto partire da zero, ma hanno messo in pratica al meglio tutti gli insegnamenti ricevuti”. All'arrivo della prima tappa di Sansepolcro, le due Leoncino facevano bella mostra del fango raccolto lungo i primi 200km: “Ovviamente abbiamo fatto alcune modifiche sui mezzi – spiega il responsabile della formazione-. Paramani specifici, parafango rialzato, paramotore, ciclistica rivista sia all'anteriore che al posteriore. Non è servito altro per affrontare questo percorso”. Garmin ha fornito l'attrezzatura per navigare e i i due debuttanti si sono difesi al meglio: “Siamo arrivati anche prima di alcune moto più pesanti – spiega soddisfatto Cattaneo in piazza di Torre Berta-. Il percorso era impegnativo, con fango e sassi, ma abbiamo concluso bene”. Il pr&communication manager di Continental ha scoperto un mondo nuovo: “Abbiamo affrontato il tutto con spirito di avventura, perché di questo in fondo si trattava. Questi eventi richiamano sempre più partecipanti, a testimonianza di una passione e di un mercato in crescendo. Abbiamo voluto misurarci in prima persona con questa sfida, con voglia di imparare e di divertirci: direi missione compiuta”.

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