Salta al contenuto principale

La mia Hat parte terza: la magia della notte e il finale da sogno al Sestriere

La discesa nel bosco verso Pomaretto regala emozioni, poi arriva l'alba con squilli di tromba. Le 24 ore in moto si concludono a Sestriere dopo la parata finale sulla strada dell'Assietta. La felicità di chi ce l'ha fatta è più grande della stanchezza
Dopo un primo giorno piuttosto concitato, la notte porta il nostro Guido Sassi a guidare in tranquillità verso il traguardo: emozioni e chilometri si susseguono fino a Sestriere per una meritata festa.

Le luci della notte
La notte dell'Hardalpitour è forse la più grande preoccupazione dei partecipanti, ma anche l'elemento caratterizzante la splendida cavalcata da Sanremo a Sestriere. Il ritmo rallenta, i colori si confondono, la temperatura scende quel che serve a passare alcune ore al fresco. Noi arriviamo al Colle della Vacera intorno alle 4 del mattino, ho qualche timore ad affrontare la discesa che ci porterà a Pomaretto e al Chiabriera. Nei racconti notturni qualcuno l'ha descritta come una trappola di fango, ma il bello della Hat è anche andare a cacciarsi nelle situazioni più strane con il gusto della scoperta e allora si va.



Il percorso aiuta
Il bosco si presenta invece in perfette condizioni, al di là delle più rosee aspettative: il terreno è ottimo, la prospettiva dell'alba imminente e della colazione vicina mi regalano uno slancio aggiuntivo. Sono intimamente convinto che anche la mia Dominator sia entusiasta: la “vecchietta” si comporta egregiamente: l'erogazione dolce del monocilindrico a 4 valvole radiali e il peso tutto sommato contenuto del mezzo, sono una benedizione in questi frangenti; soprattutto per chi come me ha scarsa tecnica e un fisico non allenato. Solo la risposta della forcella mi infastidisce a tratti: la trovo piuttosto cedevole in frenata e “rimbalzina” sulle pietre. Ma queste sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano alla Hat: l'importante è fare chilometri, uomo e moto uniti nella buona e nella cattiva sorte!



Alba da sogno
Il sorgere del sole ha i colori morbidi del fine estate, l'odore delle foglie bagnate, il suono dolce del mono in coppia. Il sapore tanto atteso del caffè e la tromba del musicista al Chiabriera sono la sveglia perfetta per decretare l'inizio del nuovo giorno. L'interno del ristorante è un campo di battaglia: gente accampata in ogni dove, motociclisti che dormono seduti e sdraiati sul pavimento: “Venendo giù dalla via del Sale il Baladin era come un bel chiringuito in spiaggia. Ma anche qua si sta benissimo, è uno spettacolo” scherza Alberto Daina." “La Hat ogni anno migliora – continua Francesco D'Antonio-. Ormai c'è perfino un certo sovraffollamento, ma i percorsi sono ottimi. Solo qualche anno fa era un evento tra amici, gli organizzatori sono stati bravissimi a farla crescere. Ormai la Hat è il riferimento europeo dell'adventouring”.
Da Pomaretto andiamo incontro alla conclusione della Hat: saliamo fino al forte Serre Marie, poi proseguiamo verso Pian dell'Alpe. Infine tocchiamo i 2.474 metri del Colle dell'Assietta, dove un po' tutti si scattano la più classica delle foto ricordo. La strada sale ancora, ma ormai è tutto facile: il fondo è battuto, la sezione larga e l'assenza di canali anche nella successiva discesa permette di lasciare andare lo sguardo oltre il percorso e i motivi ci sono tutti. Il panorama abbraccia montagne  a trecentosessanta gradi, il cielo è così nitido che le batterie dello Chaberton si distinguono nettamente sulla cima che domina Cesana Torinese.



Finale in crescendo
Il percorso della Hat sembra studiato apposta per lasciare gli ultimi chilometri al godimento pieno: arrivare a Sestriere nel mio piccolo è una parata trionfale: la moto va che è un piacere, in oltre 500 chilometri non ha mai dato un problema. La finish area ricalca esattamente le aspettative: si entra passando sotto un grande gonfiabile che fa scivolare via tutta la stanchezza. È il tempo delle interviste, delle foto, degli abbracci di fine Hat. Ci sono i bar e un attestato di partecipazione per tutti quelli che hanno completato il percorso in queste 24 e più ore.Siamo stanchissimi ma felici - sintetizzano Maurizio e Luca-. Davano neve a Sestriere e invece siamo stati fortunati anche con il meteo”. “Sono arrivato lungo in un curva e sono finito giù nel burrone, ma con i miei compagni sono riuscito a tirare su la moto e l'abbiamo conclusa. Per inciso sono le stesse persone che mi hanno convinto a venire pochi giorni fa, begli amici!” ride Mario Conte. “È stata durissima - conclude un anonimo motociclista- non pensavo così impegnativa. È tutti gli anni mi dico la stesso cosa: non mi fregano più, non ci vengo più. È invece ogni anno non riesco a stare lontano e mi iscrivo. Finirla è una gran soddisfazione”.

 

Leggi altro su:

Aggiungi un commento