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Al Galliano Park si corre con le pit bike elettriche di Loris Reggiani

Poco prima che inizi ufficialmente la Coppa del Mondo della MotoE, in Germania, martedì 2 luglio è stata inaugurata la pista Galliano Park dove da oggi si può correre con le pit bike elettriche nate dal matrimonio tra l’ex pilota Loris Reggiani e ThunderVolt. Ecco tutte le informazioni a riguardo e le dichiarazioni di Lorenzo Savadori che le ha già provate
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Sport
Bella iniziativa
Questo fine settimana scatterà dal Sachsenring la prima prova della Coppa del Mondo della MotoE e poco prima, martedì 2 luglio, è stata inaugurata la prima pista “silenziosa”. Stiamo parlando del Galliano Park a Forlì, dove sarà possibile noleggiare e girare in sella a delle pit bike elettriche, le NK-E , ovvero il frutto del lavoro della ThunderVolt e di Loris Reggiani, ex vicecampione del Mondo nelle classi 125 e 250. Durante l’evento sono state consegnate sette NK-E e Lorenzo Savadori, uno dei piloti di MotoE, ha svolto giri dimostrativi.
L’idea di queste pit-bike elettrica, naked con ruote da 12 pollici, è nata proprio sulla pista di Galliano Park. Reggiani racconta: “L’impianto aveva qualche problema nelle ore di maggiore e più favorevole utilizzo, quelle serali d’estate, a causa della rumorosità. Dissi che la soluzione era semplice, quella di utilizzare moto elettriche. Ma mi resi conto che nella produzione mondiale non ne esistevano di idonee da impiegare su piste per mini e midi moto o nei kartodromi. E allora: le costruiamo! Impresa che ha richiesto più tempo del previsto (i due mesi sono diventati due anni) e che ho condotto in porto assieme ai miei soci, Giuseppe Sassi, forlivese, costruttore di minimoto e miniGP di successo, e Bruno Greppi, lecchese, da anni coinvolto nella realizzazione di veicoli elettrici a due e quattro ruote”.
Savadori, che è pronto ad affrontare il primo round di MotoE con il team Trentino-Gresini, ha dichiarato: “Avevo già guidato la ThunderVolt alla Fiera di Verona, ma in un padiglione con fondo liscio troppo sdrucciolevole. Qui, per la prima volta in pista, ho potuto apprezzarne le qualità anche se con un settaggio che prevedeva una prudenziale limite di utilizzo dell’80% della potenza: è divertentissima. Chissà se queste moto non diventeranno lo strumento per svezzare una futura generazione di piloti con moto elettriche, come avviene oggi per le tradizionali moto da competizione grazie alle minimoto”.
la ThunderVolt NK-E è spinta da un motore elettrico posizionato all’interno della ruota posteriore con una potenza di 4kW nominali e un picco di 8 kW, coppia di 168 Nm, batteria di 72V a 40 Amp che può garantire in pista 30 minuti di autonomia. Ha un telaio in traliccio di tubi di acciaio di derivazioni agonistica, forcellone monobraccio a traliccio, ruote da 12”, e freni a disco (220 mm anteriore con pinza a 4 pistoncini, da n200 posteriore).
Ovviamente ne va a giovare anche l’ambiente: se si fa una stima di quanto avviene nei minicircuiti in un anno (calcolando una media di 7 moto a circuito, per un totale di 1200 veicoli, ciascuna moto utilizzata per 70/100 ore) si calcola un consumo annuo di 450mila litri, quindi di 1.071.000 kg di CO2. Questa cifra sarebbe completamente azzerata se venissero utilizzate moto elettriche. Vero è che gli svantaggi delle moto elettriche sono ancora i costi elevati (il prezzo di una ThunderVolt per gli operatori è di 4.900 euro più Iva) E lo smaltimento e la durata della batteria, da due anni in su.

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